riso vialone nano
Nelle terre veronesi accanto al vino si coltiva ormai da secoli anche il riso e da questo binomio ne è nato un piatto tipico; il risotto all’amarone. Riso, vino: due storie parallele, piacevoli da raccontare. Qui si dice: "il riso nasce nell’acqua, muore nel vino". Culla del riso, l’Asia sud orientale e non sappiamo quando fu introdotto in Occidente, ma sappiamo che furono gli arabi a commercializzarlo ai romani. Nel Veronese la coltura del riso su vasta scala si colloca a metà del ‘500 e fin da subito il terreno privilegiato è proprio quello del Medio e Basso Veronese, perché ricco di acqua, grazie alla presenza delle risorgive.
Tour del riso tra risorgive, ville e pile
Ed è proprio da una risorgiva collocata sui bordi di una strada statale che conduce a Isola della Scala che parte il tour del riso, alla scoperta delle sue origini e delle sue peculiarità. In questa zona si produce infatti una particolare varietà di riso, quella denominata Vialone Nano, resistente ai parassiti e con una buona resa. Grazie ad un Consorzio sorto negli anni Settanta il riso ha ottenuto dalla Comunità Europea il marchio I.G.P. (Identificazione Geografica Protetta). È l’unico riso ad avere ottenuto questo marchio e lo si può coltivare solo nei 21 Comuni certificati.
Proseguendo Il tour del riso, tra argini e strade spuntano, in mezzo alle risaie, ville patrizie che portano i nomi di famiglie veneziane e veronesi. È il caso di Villa Pindemonte al Vo’, sorta nel 1742 nel centro dei possedimenti della famiglia, il cui antenato Giovanni de Pindemonte nel 1435 acquistò i terreni circostanti per coltivarli a risaia. Ma una volta che il riso era stato raccolto che fine faceva? I canali intorno alla villa venivano usati nel passato come vie di trasporto. Il risone, raccolto in autunno e messo a seccare sull’aia, veniva trebbiato con cavalle che camminavano sopra i covoni, poi veniva stivato nelle barchesse perché si seccasse.
Quando poi arrivava il momento di lavorarlo, doveva essere trasportato alle cosiddette pile, che sorsero nel Basso veronese tra la seconda metà del ‘500 e il ‘600, quando si giunse a contarne circa 80. Ma con l’importazione dei risi forestieri, lombardi e piemontesi, le pile cominciarono a scomparire. Oggi resta la “Pila Vecchia”, di proprietà dei Ferron, a testimoniare questo passato. Un pezzo di archeologia preindustriale della metà del ‘600, un reperto di una civiltà che continua. La gente del posto la chiama affettuosamente la Pila Vecia ed è la più antica pila ancora funzionante in Italia.
Per saperne di più e organizzare un tour del riso nella bassa Veronese, che parta da Buttapietra, dove si trova un fontanile, per poi spostarsi in un campo di riso ad Isola della Scala, accanto ad una antica villa patrizia e concludere con la visita della Pila Vecia e magari con un pranzo a base di riso, potete contattarmi scrivendo o telefonando.