La Basilica Palladiana

L'opera che al rese unica e simbolica

Basilica Palladiana

In occasione del quinto centenario dalla nascita del grande maestro Palladio, la Basilica di Vicenza, che si erge elegante su Piazza dei Signori, fu oggetto fra il 2007 e il 2008 di grandi lavori di restauro e ripulitura. Infatti, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale la copertura della volta in legno era stata sostituita da delle strutture in cemento armato, che pesavano troppo sull’edificio, sono quindi state tolte le campate di cemento armato, e sostituite da una struttura lignea. 

La Basilica Palladiana in realtà nasce dalla coabitazione di due strutture diverse: il corpo centrale è del 1400, modellato sul Palazzo della Ragione di Padova, con al pian terreno le botteghe ancora oggi esistenti e i passaggi coperti che permettono di passare dalla Piazza dei Signori alla Piazza delle Erbe, che a sua volta si trova tra l’altro su un altro livello. Attorno a questo nucleo quattrocentesco già a partire dal 1480 erano state costruite delle logge gotiche (come il Palazzo della Ragione di Padova), che erano crollate sul lato di piazzetta Palladio (la vecchia Pescaria) ma l’intera struttura delle logge era piuttosto precaria. Dopo 50 anni di discussioni alla fine si impone il progetto di Palladio che riesce a risolvere alcuni problemi utilizzando in modo flessibile il modulo della serliana, formata da un arco che non poggia sui pilastri, ma su due colonnine. Tra le colonnine e i pilastri vi sono degli architravi. Palladio mantiene fisso il diametro dell’arco, che crea il ritmo, però varia la distanza fra i pilastri e le colonnine in modo da riuscire a rispettare tutti i vincoli imposti dalla struttura quattrocentesca, rinforzando inoltre la struttura laddove necessario, e dando nello stesso tempo l’illusione di una sequenza regolare di logge. In realtà, le serliane hanno tra di loro tutte 5, 10, 15 o 20 centimetri di differenza perché il palazzo gotico precedente non era un rettangolo, ma un trapezio, e poi c’era il problema dei passaggi coperti, che dovevano essere centrati perfettamente. Quindi Palladio in pratica è partito dagli angoli e dai passaggi coperti, che erano gli elementi fissi, e poi per il resto è andato a spanne, cioè adeguando la sua struttura (che lui aveva voluto flessibile proprio per questa ragione) alle necessità costruttive dell’edificio

Si chiama Basilica Palladiana non perché sia un edificio religioso, ma perché era il palazzo pubblico, e per gli antichi romani la Basilica era il palazzo dove sedeva il Tribunale e si svolgevano le assemblee. Quindi quello che anche a Vicenza era il Palazzo della Ragione venne ribattezzato Basilica dopo l’intervento di Palladio in omaggio all’architettura degli antichi. Le logge corrono su tre lati, ed è l’unico edificio palladiano interamente costruito in pietra. Tutti gli altri suoi edifici sono in mattoni intonacati, comprese le colonne di palazzo Chiericati, della Villa La Rotonda ecc... per ovvi motivi di economicità, di leggerezza, di facilità di lavorazione. L’unico edificio in pietra sono le logge della Basilica perché la nobiltà vicentina era ambiziosa. 

Vicenza nel ‘500 era una piccola città di 20.000 abitanti, quando Padova superava di poco i 30.000, Verona 50.000, Brescia poco più di 40.000, la capitale Venezia ne aveva 150.000, quasi il doppio dei residenti attuali di Venezia città. Però la nobiltà vicentina era ricca, colta e ambiziosa, e con grande lungimiranza guardando al di là dell’interesse immediato intuì che la fortuna della propria città e della nobiltà come ceto poteva essere consacrata attraverso l’opera di Palladio. Vicenza per volontà di questa nobiltà ambiziosa e lungimirante venne trasformata nella più bella città rinascimentale della Terraferma veneta, e fu un investimento importante, i lavori per la basilica svuotarono le casse del Comune, poichè furono necessari 70 anni per completarla, Palladio era morto da 40 anni quando nel 1617 chiudono l’ultima serliana su Piazza delle Erbe, e però fu una scommessa vinta quella dei vicentini perché la Piazza dei Signori è diventata una delle più belle piazze rinascimentali d’Italia, un vero foro romano

E questa stessa nobiltà che nel 1549 approva il progetto palladiano, trent’anni dopo si metterà in scena nel Teatro Olimpico, dove i volti che ci guardano dalla scena fissa non sono altro che i nobili vicentini, i membri dell’Accademia Olimpica. Con la basilica palladiana la nobiltà vicentina aveva voluto promuovere l’immagine della loro città, una scommessa vinta allora e anche oggi, perché Vicenza è conosciuta nel mondo come la città del Palladio, e di questa eredità i vicentini dovrebbero avere molta cura. Una città d’arte che valorizza i suoi abitanti per queste sue caratteristiche e che sa preservare anche a livello territoriale la grande eredità del passato. 

Andrea Palladio fu grande architetto e grande urbanista; collocava i propri edifici all’interno di un contesto cittadino e territoriale rispettando il contesto o cittadino (nel caso dei palazzi) o territoriale (nel caso delle ville). La Basilica Palladiana riassume in sé non solo le caratteristiche del Palladio ma anche quelle della committenza vicentina, che voleva arricchire la città di palazzi belli, monumentali, illustri, che fossero il biglietto da visita per le altre famiglie nobili dell’epoca.  Avere una casa bella voleva dire dare lustro ai propri figli maschi, che dovevano diventare cadetti, e anche riuscire a maritare bene le figlie, poiché non tutte andavano in convento. Presentarsi con un palazzo o una villa sontuosa e monumentale era un biglietto da visita necessario per sentirsi parte della nobiltà illustre e per tessere una trama di relazioni politiche nazionali e internazionali, entrando così a far parte del jet set dell’Europa dell’epoca.
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