Palladio Museum

Un'esperienza da vivere non solo con gli occhi

Palladio Museum

Questo spazio espositivo rappresenta una vera e propria esperienza multisensoriale che offre la possibilità di comprendere non solo i principi che hanno reso Palladio grande in tutto il mondo, ma soprattutto di comprendere come Vicenza e i Vicentini siano stati i fondamentali artefici della rinascita del territorio veneto nel XVI secolo. 

Gli spazi espositivi ove è accolto il Palladio Museum vengono riallestiti ogni anno per raccontare nuovi aspetti e curiosità, rendendo così il museo un organismo vitale e costantemente in evoluzione. È un museo che punta ad arrivare alla più ampia “audience” possibile (adulti, bambini, appassionati e non) per comunicare su più livelli sensoriali (uditivo, visivo, tattile, etc.). lo scopo è quello di coinvolgere lo spettatore attivamente istituendo delle relazioni e connessioni mentali, semplificando la lettura degli oggetti esposti facendo leva sull’immaginazione del visitatore
Lo spazio espositivo del Palladio Museum si snoda attraverso 5 meravigliose stanze del piano superiore di Palazzo Barbaran Da Porto e in tutte domina incontrastata l’ineccepibile bellezza ed eleganza dell’opera di coloro che l’hanno forgiata (le pitture di G.B. Zelotti, Anselmo Canera e Andrea Michieli detto “il Vicentino”, gli stucchi di Lorenzo e Agostino Rubini, nonché Palladio stesso). E l’allestimento museografico non è per nulla invasivo dello spazio, ma il contesto viene rispettato e anzi diventa parte integrante della narrazione espositiva. Passare di sala in sala è un’esperienza ricca di emozioni: sembra quasi di trovarsi in un “laboratorio creativo”, un atelier di artisti, con tavoli semplici sostenuti da staffe, appunti sparsi sui tavoli (didascalie), annotazioni, ricostruzioni, tridimensionali, alcune di magnificente bellezza come i modelli lignei di ville e palazzi realizzati da Renato Cevese nel 1973. E in ogni stanza si udiranno delle voci narranti che accompagnano di visitatore in lingua originale (con traduzione). Le guide d’eccezione sono Howard Burns, Jim Akerman e Guido Beltramini, in forma di simpatici ologrammi. 
Nel Palladio Museum vengono inoltre messi in scena i materiali usati, che si possono toccare e percepire grazie ad ingrandimenti al microscopio. Materiali della terra veneta come la pietra di Vicenza, di Piovene o la pietra d’Istria. Il Palladio Museum rappresenta quindi un ottimo esempio di fabbrica di cultura e divertimento, espressione della cosiddetta “Culturtainment” (culture + entertainment) in cui l’una non prevarica l’altro ma si dosano e si equilibrano a vicenda riuscendo a fondere i sistemi comunicativi del passato con quelli dell’era digitale in cui viviamo. 
Il Palladio Museum è il museo moderno che sa reinventarsi, che trova nuovi sistemi per comunicare, che semplifica anziché rendere incomprensibile, che coinvolge anche in non “addetti ai lavori” anziché emarginare. Perché la cultura è un diritto di tutti.
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