Palazzo Chiericati di Andrea Palladio

Una prodigiosa costruzione dalle molteplici funzioni

Palazzo Chiericati

Palazzo Chiericati, oggi sede del Civico Museo vicentino, fu costruito su progetto di Andrea Palladio in un’area marginale della città; ancora oggi i vicentini chiamano quest’area piazza dell’Isola. Siamo al limite della città vecchia, dentro le mura cittadine. Il palazzo è una delle più straordinarie invenzioni di Palladio per quanto riguarda la dimora di città: con questo palazzo Andrea Palladio si rivela veramente architetto originale. C’erano state altre sue realizzazioni prima di questa, tuttavia nelle opere precedenti Palladio si era rivelato eclettico, con richiami a Michele Sanmicheli o a Giulio Romano. Qui siamo invece di fronte un vero colpo d’ala. 

Stimolato dal sito particolare Palladio compie un balzo da grande architetto creando un palazzo diverso da tutti gli altri palazzi di città, in quanto proprio per la natura del luogo. Esso si presenta come un organismo che potremmo definire a ragion veduta "ambiguo", è un po’ palazzo di città ma è anche un po’ villa di campagna. Nel senso che seppure Palazzo Chiericati sorga in pieno centro storico, esternamente esso presenta una scalinata, sorge su un podio (un motivo tratto dai templi antichi), ha un grande colonnato, ha le logge, cioè ha un insieme di elementi che ce lo fanno apparire un po’ villa di campagna

Non dobbiamo dimenticare – ed è questa la spiegazione – che questo grande invaso dell’isola (l’attuale Piazza Matteotti), con i due fiumi che scorrevano ai lati, era il porto fluviale cittadino ed era un’area adibita anche a mercato del bestiame e del legname. E Proprio qui Girolamo Chiericati, il committente, aveva delle vecchie case, tutte allineate col fronte verso l’isola, quindi Palladio aveva a disposizione un’area stretta e lunga. Troppo stretta, tanto è vero che nel 1551 Girolamo Chiericati chiede in una supplica al Maggior Consiglio della città di potere usufruire di un’altra fascia di terreno, onde poter realizzare un portico. E giustifica questa sua richiesta dicendo che questo portico non sarebbe stato solo per la comodità della famiglia, ma anche per il comodo dei vicini, per il civico passaggio, vale a dire che il portico avrebbe dovuto svolgere una duplice funzione, privata ma anche sociale e pubblica. Il Consiglio cittadino permetterà ai Chiericati di appoggiare le colonne di 4 metri e mezzo verso la piazza, e con questo stratagemma il Salone d’Onore soprastante viene ad essere molto ampio. Sotto, spazio pubblico, sopra, spazio privato

In Palazzo Chiericati Andrea Palladio vuol far rivivere la casa degli antichi e quindi utilizza sulla facciata un lessico che richiama moduli antichi (le colonne, gli ordini dei capitelli, il fregio dorico, il podio) ma vi sono anche elementi della tradizione veneta nell’uso dei portici e delle logge aperte. Infatti sulla facciata di Palazzo Chiericati i vuoti dominano sui pieni, e perciò, a differenza di tutti gli altri palazzi in città, è un edifico aperto, cioè con portico e logge, tipici della villa di campagna. La lezione degli antichi la si trova anche internamente nell’atrio. Questo è lungo e stretto, condizionato dal poco terreno a disposizione, ma soprattutto è biabsidato, un elemento non appartenente alla tradizione veneta del portego. L’idea gli viene dalle terme romane viste nella Capitale, da cui trae anche lo studio delle volte a botte, a padiglione o a crociera. E sempre dalle terme romane ha studiato il gioco di stanze grandi e stanze piccole, e stanze di varia forma, rotonde, rettangolari, quadrate. Le terme infatti erano costituite da diversi vani con funzione diversa (il frigidarium, il calidarium, il tepidarium). Un’idea che qui si vede realizzata nelle stanze a destra e sinistra dell’atrio, di forma e grandezza diverse. Si ispira alle terme perché ancora esistevano in alzato ai quei tempi, mentre di domus romane non ce n’erano più. 

Salendo al piano superiore si accede al Civico Museo Chiericati. Per salire al museo ci sono due rampe di scale belle e imponenti di rappresentanza usate come accesso della famiglia Chiericati ai piani superiori e ingresso per gli ospiti. Scopriamo assieme cosa vi si conserva oggi nell’apposita sezione dedicata alla Pinacoteca Chiericati
CREDIT foto CONSORZIO VICENZA
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