Duomo di Vicenza - Cattedrale di Santa Maria Assunta
Non potrete rimanere indifferenti a questo luogo di culto che costituisce un punto di riferimento visivo a pochi passi della Basilica Palladiana. Il Duomo di Vicenza spicca infatti per due dettagli costruttivi molto evidenti: la facciata in stile gotico veneziano e l’alta abside sormontata da una cupola rivestita di rame che risale ad un progetto di Andrea Palladio, decorata all’esterno da elementi che accentuano il gioco cromatico e ormai divenuta un punto di riferimento per cittadini e visitatori.
È soprattutto la facciata ad attirare lo sguardo del visitatore colpito dal fantasioso esercizio cromatico di un artista che sembra voler imitare il drappeggio di una Madonna mantellata o creare una sorta di quinta scenica per una sacra rappresentazione (il pittore Giovanni Bellini si ispirerà proprio al fantasioso gioco geometrico bianco e rosa di quadri, losanghe e croci nella sua famosa Pietà Martinengo).
L’attuale aspetto della Cattedrale di Vicenza è frutto di modifiche quattrocentesche su un edificio duecentesco preesistente. Ma il luogo su cui sorge la Cattedrale è ben più antico: ospitava infatti una basilica paleocristiana del V secolo, poi rimaneggiata in epoca medievale: ben 750 metri di racconto evangelico che spazia dall’epoca romana fino al IX secolo quando la cattedrale rappresentava il cuore della vita non solo religiosa ma anche civile della città.
Altri dettagli della Cattedrale non vi lasceranno indifferenti: l’intervento palladiano non si limitò infatti solo alla cupola absidale ma è ormai pacifico che si tradusse anche in un sobrio e solenne portale, quello a nord, che gli fu commissionato proprio da quel Paolo Almerico canonico che diventerà il suo cliente più importante nel progetto della Villa Almerico Capra, la Rotonda.
La grandiosa e solenne progettualità del Duomo vicentino è da ricondurre all’eccellente qualità degli artisti ivi impegnati, in particolare per l’abside poligonale della Cappella Maggiore, come Lorenzo da Bologna, Rocco da Vicenza e Bernardino da Como, mentre Andrea Palladio e il figlio Marcantonio eseguirono la cupola interna con cupolino, ma nasconde anche una motivazione ben più importante. Nel 1537 Vicenza fu scelta dal Papa Paolo II come sede del Concilio Vaticano che avrebbe dovuto arginare la deriva protestante. Come sappiamo, fu poi Trento ad ospitare in realtà il Concilio ma i lavori di ingrandimento del Duomo non si fermarono per questo.
Palladio, giovanissimo, partecipò anche all’edificazione del grandioso altare maggiore; all’epoca era impiegato presso la Bottega de I Maestri di Pedemuro: spiccano le pietre dure e i marmi offerti dal committente Dall’Acqua, le statue di Alessandro Vittoria, e il cosiddetto Paramento Civran in cui sono incastonate dodici grandi tele seicentesche a tema biblico, vero e proprio melodramma religioso vicentino.
Nonostante le tracce di affresco siano andate perdute durante i bombardamenti del 1944-’45, il Duomo di Vicenza ha una collezione di opere pittoriche rilevanti: consigliamo di soffermarvi in particolare nella quinta cappella di destra ovvero la Cappella dei SS. Giacomo e Antonio Abate, meglio conosciuta come Cappella Proti, cappella tombale dei due committenti.
Vi si conserva il Polittico della Dormitio Virginis di Lorenzo Veneziano (1366), costituito da 36 tavole in cui, oltre alla Morte della Madonna, sono raffigurati una Crocifissione, l'Adorazione dei Magi, Santi e i committenti Tommaso e Giampietro de' Proti inginocchiati ai piedi di S. Giacomo e di S. Giorgio. Lorenzo Veneziano riesce a staccarsi dallo stile bizantino del capobottega Paolo Veneziano e traghetta con luminosità la pittura veneziana verso il gotico.
La Cattedrale di Vicenza è ricca di altre opere pittoriche di rilievo: la pala della Madonna col Bambino di Bartolomeo Montagna da poco restaurata e ricollocata nella Cappella di Santa Caterina. Ma anche la Bottega dei Maganza, Giovanbattista Zelotti, Francesco Maffei e Giambattista Pittoni hanno lasciato il segno della propria cifra stilistica.
Vi invitiamo a scoprire anche la cripta in questo viaggio a ritroso nella storia di evangelizzazione vicentina e, appena usciti dal portale sud, la massiccia torre campanaria: il poderoso edificio in laterizio di epoca romanica si innesta su un fortilizio medievale in trachite e calcare di grande interesse storico. Si tratta probabilmente di un antico fortilizio altomedievale a difesa del luogo di culto, come attesta anche un affresco trecentesco conservato presso il Museo Diocesano.