Palazzo Leoni Montanari
La storia del palazzo comincia attorno al
1676, quando
la famiglia Leoni Montanari acquista alcune case del quartiere, in parte adibite ad impianti per la filatura della seta o a piccole attività artigianali, per trasformarle e inglobarle in un nuovo progetto edilizio. Il risultato sarà una
sontuosa dimora dall’anima barocca nel centro storico di Vicenza, ma anche un esempio singolare e unico nell’entroterra veneto così influenzato dal lascito palladiano, nei pressi di uno dei centri pulsanti di vita religiosa e culturale vicentina: la
chiesa domenicana di Santa Corona.
L’avanzamento dei lavori andrà di pari passo con un ambizioso progetto di ascesa sociale che consentirà alle due famiglie Leoni e Montanari, che si erano arricchite con il commercio di lana e seta imparentandosi, di acquisire il titolo di Conti e culminerà nel 1694. Nelle varie fasi di costruzione del palazzo si riconosce la paternità dell’Arch. Carlo Borella, formatosi presso la fortunata bottega vicentina dell’Arch. Antonio Pizzocaro, e il contributo di un architetto lombardo di nome Giuseppe Marchi.
Da osservare soprattutto un ricchissimo apparato ornamentale di stucchi, affreschi e sculture, ispirato alla poetica barocca del “meraviglioso” che vedrà impegnati artisti del rango di Orazio e Angelo Marinali e Louis Dorigny, a cui seguirà, nell’Ottocento una trasformazione in chiave neoclassica prima e poi eclettica, segno dei nuovi tempi. Dopo vari passaggi di proprietà avvenuti nel corso dell’Ottocento, il Palazzo Leoni Montanari viene acquisito da vari istituti di credito fino al passaggio al patrimonio storico-artistico del Gruppo Intesa Sanpaolo che nel 1999 inaugura le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari.
Tre sono le collezioni permanenti oggi ospitate:
- La collezione di ceramiche attiche e magnogreche, preziosa testimonianza a cavallo tra mito e archeologia della cultura e dell’arte della Grecia d’Occidente.
- La collezione di pittura veneta del Settecento, una vera e propria antologia della pittura veneta del Settecento con punte di diamante come le 14 tele di “genere” di Pietro Longhi e le vedute di Venezia en plein air di Francesco Guardi e Francesco Zuccarelli.
- La collezione di icone russe, tra arte e spiritualità che fa delle Gallerie una vera e propria “casa” delle icone e centro di divulgazione della cultura russa.
Vi invitiamo a visitare con noi in particolare la Galleria della Verità, l’ambiente più fastoso del Palazzo, vero e proprio connubio tra splendido sfarzo e tridimensionalità.