Santuario di Monte Berico
Ai miracoli ci si può credere oppure no. I vicentini nel 1428 ci credettero e, dato ascolto alle parole della veggente Vincenza Pasini, eressero una chiesa in forme gotiche poi trasformata in un venerato e frequentato Santuario. Da cinque secoli si racconta la storia che qui la Madonna apparve due volte: la prima nella primavera del 1426, la seconda nell’estate di due anni dopo. Due miracoli che convinsero il Comune di Vicenza a dare il via alla costruzione del Santuario.
Sono a migliaia, ogni anno, quelli che vengono in pellegrinaggio al Santuario di Monte Berico, sopra Vicenza. Migliaia da sempre, da quando la notizia delle apparizioni si diffuse prima nelle terre vicentine e poi nella Serenissima, su a nord fino all’Impero e a sud del Papato. Da oltre 500 anni il Santuario guarda dall’alto i vicentini: è su un colle, detto Monte Berico, a sud ovest della città, e non vederlo è impossibile. Arrivarci in pullman o in auto è facile: dal centro si prende viale Dante, poi si sale per Viale X Giugno. Ci si ferma proprio davanti alla basilica, dove c’è un parcheggio che fa anche da terrazza panoramica sulla città. Il Santuario di Monte Berico è un po’ di tutto: meta della spirito e dell’anima, per chi ha fede, luogo d’arte per chi ama la storia e la bellezza.
Dal punto di vista architettonico, il complesso è formato da due edifici, due chiese sormontate. La prima è quella gotica, costruita nel 1428 – anno della seconda apparizione – per ordine del Comune. In quell’anno a Vicenza finì la peste nel giro di pochi giorni, dopo 25 anni di flagello. I vicentini impiegarono solo tre mesi a costruire la chiesa, ringraziando per il miracolo. Il progetto della seconda chiesa è invece del 1688, formato dall’architetto Carlo Borella. Nella prima chiesa troviamo il capolavoro del pittore vicentino Bartolomeo Montagna, che rappresenta la Deposizione della Croce. A breve distanza, in una nicchia che sovrasta l’altar maggiore, vi è la statua, che si dice miracolosa, della Vergine: opera di Antonio da Venezia, e giudicata fra le migliori sculture gotiche (detta Madonna di Monte Berico).
Annesso alla chiesa è un piccolo convento abitato dal 1435 dai Servi di Maria, che ancora vi dimorano. Mentre nell’antico Refettorio del monastero troviamo la celebre Cena di Gregorio Magno dipinta nel 1572 da Paolo Veronese. Nel 1848, durante un’azione di guerra dei soldati austriaci all’interno della basilica e del convento, la tela venne distrutta in 32 pezzi che un giovane frate, Ferdinando Mantovani, riuscì a recuperare; nel 1852 la tela venne ricomposta e risistemata nel convento da Alberto Tagliapietra.
CREDIT foto CONSORZIO VICENZA