Museo Civico Chiericati - Pinacoteca
Dopo lunghi e diversi restauri, dal 2017 il
Museo Civico di Palazzo Chiericati è stato restituito alla città. Il completamento del restauro di
Palazzo Chiericati, capolavoro di
Andrea Palladio, ora visitabile dai sotterranei al sottotetto, ha permesso alla Pinacoteca di passare dai 1530 metri quadrati espositivi precedenti la chiusura ai
2960 metri espositivi finali.
L’errore da evitare quando si pensi alla pinacoteca di Vicenza è credere che si tratti esclusivamente di un museo civico, ma occorre ricordare che la sede espositiva è una sede di eccellenza: il palladiano Palazzo Chiericati, uno dei progetti più problematici della sua maturità artistica. Finalmente giunto a compimento nel Seicento, sarà poi solo nel 1839 che il Comune acquista il palazzo dagli eredi Chiericati allo scopo di creare la civica istituzione museale.
Lo stupore che il fruitore prova entrando nel museo vicentino non scaturisce solo dall’eleganza e dalla sontuosità degli ambienti o dai soffitti affrescati e decorati a stucco, ma anche dalla ricca quadreria, che lascia senza parole. Le sale ospitano una selezione di capolavori recentemente restaurati di Paolo Veneziano, Francesco Maffei, Jacopo dal Ponte, Tintoretto, Bartolomeo Montagna, Hans Memling e molti altri come Paolo Veronese o Lambert Sustris. Ma il fulcro di tutto l’assetto è la riproduzione virtuale in una stanza del museo civico dell’interno della chiesa di San Bartolomeo, andata distrutta nell’Ottocento. In questo cantiere si formarono alcuni fra i maestri che costituiscono il riferimento principale della pittura veneta fra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento.
Si tratta di una raccolta di 7 dipinti che restituiscono la grande stagione della pittura rinascimentale a Vicenza (1480-1520) dominata dalla imponente figura di Bartolomeo Montagna, che chiama a raccolta allievi giovani e meno giovani per realizzare un gruppo di opere di omogenea qualità in una eccezionale congiuntura pittorica. I Protagonisti furono, oltre al Montagna, Giovanni Buonconsiglio, Cima da Conegliano, Giovanni Speranza e Marcello Fogolino. Con essi Vicenza raggiunge la sua massima stagione pittorica nella Rinascenza. Per fortuna il Comune, nel maggio del 1820, decise di acquistare i dipinti dalla Congregazione in cui erano e oggi li possiamo ammirare nel Museo Civico di Vicenza.
Infine, i seminterrati del palazzo dove si trovano cantine, depositi e cucine, rappresentano per gli studiosi ed i profani spazi di grande fascino ed interesse architettonico, spesso oggetto di approfondimento relativo la storia costruttiva dell’intero complesso che oggi ospita la pinacoteca.
CREDIT foto CONSORZIO VICENZA