Loggia del Capitaniato

Un susseguirsi di secoli, una moltitudine di storie

Loggia del Capitano Giovanni Battista Bernardo

La loggia del Capitaniato si chiama anche Loggia Bernarda, poiché dedicata a Giovanni Battista Bernardo, capitano di Venezia assegnato a Vicenza nella seconda metà del Cinquecento. Essa nasce in origine nel XII secolo come residenza privata della famiglia Verlato. Della loro abitazione resta oggi parte di una torre dietro alla loggia. Era la torre dei Verlato che affiancava la loro abitazione, come comunemente facevano le famiglie potenti medievali che costruivano torri come simbolo di potenza. 

L’esempio più evidente, sul lato opposto della piazza, è la Torre dei Bissari che avevano la loro residenza dove oggi sorge il Municipio. Nel 1312 il Comune decide di espropriare la casa dei Verlato, che verrà restaurata fino ad arrivare al 1404, quando Vicenza si dà spontaneamente alla Serenissima Repubblica di Venezia (detta “devozione” a Venezia). Una scelta indovinata perché la città visse un lungo periodo di pace fino al 1797. Quasi 4 secoli che permettono alla città di dedicarsi all’architettura, all’edilizia e durante i quali nasce la civiltà di villa

Venezia gestiva le città dominate con 3 figure politico-amministrative: un Podestà, un Capitano, e il Vescovo. Il primo gestiva la vita amministrativa, il Capitano la vita giudiziaria, mentre il Vescovo si curava delle anime. I primi due restavano in carica tre anni, il Vescovo a vita. Questi rappresentanti di Venezia venivano spediti nelle diverse città della Terraferma, e le loro residenze si affacciavano sulle piazze, e questo spiega il perché del nome Piazza dei Signori (che c’è a Vicenza, a Verona, a Padova) Erano le piazze dove risiedevano i signori della nobiltà veneziana. La loggia del Capitaniato era quindi la sede del Capitano veneziano incaricato di regolare la vita giudiziaria a Vicenza

Nel corso del Cinquecento prendono avvio ulteriori lavori di ristrutturazione, che coinvolgono architetti illustri. Nel 1520 ci lavora Giovanni da Pedemuro, presso la cui bottega Palladio lavorava come garzone e tagliapietra. La loggia fu inoltre arricchita con affreschi del Tiziano e collaboratori, e di un telero, una tela immensa dipinta che procedeva per unità narrativa e che rappresentava gli animali dell’arca di Noè. Questi teleri sostituivano le decorazioni murali. Il telero andò perduto tra il Settecento e l’Ottocento. Ma anche la precedente loggia non c’è più, infatti nel 1565 Palladio presenta il progetto di ricostruzione ex novo della loggia del Capitaniato che doveva essere più ampia di quella che vediamo oggi (la facciata avrebbe dovuto essere di sette campate). Palladio inizia i lavori e quando sono quasi ultimati nel 1571 riceve un ulteriore incarico da Venezia dopo la Vittoria di Lepanto. Nell’intento di autocelebrarsi, Venezia incarica Palladio di arricchire la loggia con delle decorazioni scultoree sulla facciata minore di Contrà del Monte. 

Poi la loggia subirà altre manomissioni fino a 1797 quando in città arrivano i soldati napoleonici, cade la Repubblica di Venezia, e la Loggia del Capitaniato diventa sede delle varie amministrazioni che si succedono: prefettura francese, austriaca, regia (i Savoia nel 1866). Il 1° ottobre 1880 ha luogo il primo consiglio comunale cittadino. Nel corso del ‘900 ci sono realizzati due grossi interventi di recupero: 1960 e 1980. Oggi vi si tengono le riunioni consiliari del Comune di Vicenza.
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