Verona Romana - Visite Guidate ai Monumenti Romani

Un percorso attraverso la Verona Romana

Monumenti Romani a Verona

Nonostante siano passati quasi duemila anni, son giunte fino a noi molte testimonianze dell’epoca romana: alcune minimali e nascoste, nel vero senso del termine, perché si trovano sotto il livello del terreno e per vederle bisogna cercarle sotto terra in un itinerario ad hoc chiamato “la Verona Sotterranea”. Le emergenze architettoniche, però, più spettacolari e appariscenti sono sotto la luce del sole, come l’Arco dei Gavi, il Teatro, il Ponte Pietra e, naturalmente, l’Arena. Visitare la Verona romana sarà come fare un tuffo nel passato, che ci riporta ai tempi degli antichi Imperatori e Gladiatori. 


L’Arco dei Gavi 

Questa elegante costruzione del I sec. D. C. prende il nome dall’illustre famiglia, i Gavi, che lo fece erigere. Non si tratta, come potrebbe sembrare di un arco di trionfo per il trionfo degli eroi di guerra, ma di un arco celebrativo, per il quale la città aveva concesso alla famiglia di edificarlo in un luogo pubblico, ovviamente a proprie spese. La sua storia è travagliata: non si trovava dove è posto ora, fu temporaneamente usato come porta e poi smontato per esigenze di traffico sotto la dominazione napoleonica all’inizio dell’Ottocento. I pezzi smontati vennero riposti in una nicchia dell’Arena e solo nel 1932 ricomposto come lo vediamo oggi. 

La Porta dei Borsari 

Era la porta romana più grande della città: ci è pervenuta con la facciata pressoché intatta, anche se in origine era assai più profonda, 17 metri. Il nome della porta è di tradizione medievale, quando i gabellieri riscuotevano qui le gabelle, ossia i dazi, sulle merci che entravano, dotati di una capace borsa in cui riporre le monete. Tale porta, per le sue linee pulite e la sua imponenza, fu molto apprezzata nel Rinascimento (tra il Quattrocento e la metà del Cinquecento), tanto da finire come sfondo in molte medaglie commemorative. 

La Porta dei Leoni

Era l’ingresso del cardo massimo. Oggi ne rimane solo una parte, ma imponente e ben conservata, anche se in parte inglobata nelle case. Era una struttura complessa e massiccia, con due alte torri difensive e di vedetta, nonché un doppio passaggio alla base. Il nome risale al Trecento e le fu assegnato a causa di una scultura con due leoni sdraiati che ornavano un sarcofago che si trovava nelle vicinanze. La tomba non c’è più, ma i due leoni sona ancora visibili poco distante da qui. 

Il Teatro Romano

Essendo abbarbicato sul fianco del colle di San Pietro, il teatro costituisce uno degli scorci più spettacolari di Verona. Le sue origini risalgono al I secolo a. C. e come tutti i monumenti romani veronesi ebbe una storia travagliata, attraversata da terremoti, inondazioni e spoliazioni fino ad essere ricoperto da un intero quartiere. Solo all’inizio dell’Ottocento fu recuperato da un commerciante veronese, Andrea Monga, che ripulì l’area riportando alla luce le antiche strutture. 

Il Ponte Pietra

È il monumento romano in assoluto più antico di Verona, costruito nell’89 a.C. in sostituzione di un precedente ponte in legno realizzato nel 148 a.C. quando fu costruita la via Postumia. Crollato più volte a causa di guerre e inondazioni, assunse questa forma nel Rinascimento quando furono costruiti gli archi in pietra rossa. Un’ultima drammatica distruzione avvenne il 25 aprile 1945 per opera dell’esercito tedesco che, per coprirsi la ritirata, lo minò e lo fece saltare. Ricostruito “dov’era e com’era” fu inaugurato il 2 febbraio 1957. 

L'antico Foro

Come in tutte le città romane, anche a Verona l’antico cuore pulsante cittadino sorgeva all’incrocio del cardo e del decumano massimi; luogo di incontro con templi, terme e gli edifici del potere, collegati tra loro da porticati, che rimase così fino all’alto Medioevo (IV – V secolo d.C.). 

Ancor oggi attorno a questa zona è possibile trovare reperti romani, a partire dalla statua che adorna la fontana di “Madonna Verona”, fino ai resti del Capitolium, il principale tempio della città, visibili a nove metri sotto il livello stradale. 

L'Arena o Anfiteatro

È il monumento più celebre della città, tanto da divenirne il suo simbolo a livello internazionale.  Si tratta di un anfiteatro, ossia di un luogo concepito per lo svolgimento di spettacoli popolari, i cosiddetti ludes circences (giochi del circo), soprattutto di gladiatori che combattevano tra di loro o contro belve feroci, nonché lotte tra animali e pubbliche esecuzioni in forma di spettacolo. I protagonisti erano i gladiatori: si trattava di prigionieri di guerra, ma potevano anche essere uomini liberi che avevano scelto questa pericolosa “professione”. Addestrati in apposite scuole, erano curati e coccolati essendo considerati merce preziosa per gli organizzatori degli spettacoli. 

Parlare oggi di Arena, invece, richiama subito alla mente la musica, sia operistica che pop. Nel 1913 fu allestita l’Aida di Giuseppe Verdi: scenografie imponenti, centinaia di comparse e addirittura elefanti in scena ne fecero uno degli spettacoli più adatti ad un luogo così maestoso e importante, tanto che tale opera viene replicata ogni anno. 

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