Guida turistica a Valeggio sul Mincio

Nel cuore del Lombardo Veneto si fondono arte storia natura e cucina: castello Scaligero, ponte-diga Visconteo, parco Sigurtà e Tortellini 

Valeggio sul Mincio

Se avesse ancora un senso l’appellativo di “lombardo-veneto” sicuramente Valeggio sul Mincio sarebbe il Comune per eccellenza a meritare questo nominativo. Dolcemente bagnata tra le verdi acque del fiume, tra il vicino Lago di Garda a nord e la città di Mantova a sud, a cavallo da sempre tra il Veneto e la Lombardia, questa cittadina è da sempre il confine e al contempo il ponte tra una terra e l’altra, prendendo il meglio dell’una e dell’altra. E proprio per questo suo essere paese-ponte fra due regioni, Valeggio da secoli ha adeguato le proprie strutture al crescente traffico commerciale. Sono nate così le prime “Locande con stallo”, di cui si ha testimonianza già dal 1300. 

A fianco dei locandieri (oggi il piccolo comune conta circa 40 ristoranti per un numero complessivo di 6000 posti), si susseguirono generazioni di abilissimi artigiani, soprattutto fabbri e maniscalchi per la costruzione o riparazione di carri in transito e mezzi di trasporto a traino animale. Quest’arte conobbe il suo massimo splendore fra ‘800 e ‘900 per poi tramontare repentinamente dopo la seconda guerra mondiale. Ma non è un caso che durante i giorni della guerra si recasse qui quel Conte Sigurtà per acquistare una carrozza, e che scoprendo per caso un giardino con villa in vendita abbia deciso di comprarlo e trasformarlo, dopo 40 anni di amorose cure, nello splendido Parco Giardino Sigurtà che oggi attrae turisti da tutto il mondo e che puoi visitare con una guida turistica di Valeggio e Verona.

Castello Scaligero di Valeggio

La prima meraviglia visitabile con la guida turistica per Valeggio è il castello scaligero. Ubicato sul Monte Ogheri, il Castello è articolato in tre distinti recinti. La piazza d’armi occupa lo spazio maggiore. Una seconda corte, intermedia, costituiva l’accesso, protetto da un rivellino, ed il disimpegno del castello, che si concludeva a settentrione con il recinto, comandato dal mastio sul cui lato settentrionale si apriva la porta del soccorso. Del complesso, di cui resta poco, permangono oggi soltanto tre torri angolari del Castello ed il mastio. Il fortilizio risaliva al X secolo, oggetto di contese fra i Mantovani e i Veronesi, fin quando non fu dato in custodia ad Alberto della Scala nel 1277, che lo rafforzò nel 1284, contemporaneamente alle difese del paese. Sotto Mastino II gli venne aggiunta la piazza d’armi per le milizie di guardia al Serraglio. Allo stesso periodo potrebbero risalire anche il rafforzamento della cinta di Borghetto, preesistente impianto minimale, feudo dell’abbazia di San Zeno in Verona, posto a garanzia dei diritti di pedaggio sull’attraversamento del Mincio. 
Nel 1393 Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, raccordò il suo famoso Ponte-diga con la Rocca di Valeggio tramite due alte cortine merlate, realizzando così un complesso fortificato unico in Europa. Durante la dominazione veneziana iniziò il lento decadimento della struttura. Verso la metà del XVI secolo, la Serenissima, privilegiando la scelta strategica di fortificare Peschiera, cedette ai privati sia il Castello che il Ponte fortificato. Il passare dei secoli. Le guerre e l’incuria degli uomini hanno pesantemente danneggiato questi antichi monumenti. Solo negli ultimi decenni è iniziata l’opera di protezione e ricostruzione di questo nostro particolarissimo patrimonio storico.

La chiesa parrocchiale di San Pietro in Cattedra

Costruita fra il 1753 e il 1782, l’edificio rimase incompleto nella facciata per mancanza di fondi e fu consacrato solo nel 1808. L’interno neoclassico presenta una pianta a croce latina. La grande navata unica interna esalta la solennità del presbiterio. Imponente, dietro l’altare maggiore, la tela che celebra il primato di Pietro, opera di Saverio della Rosa (1743-1821). Lungo le pareti della navata vi sono quattro altari: entrando, sulla sinistra, quelli di San Martino e del Sacro Cuore, sulla destra quello dell’Immacolata e quello di San Giorgio. Nella pala di questo altare, dedicata al patrono del Comune, è raffigurato il Castello di Valeggio.

Palazzo Guarienti

Si trova in centro storico in via A. Murari e fu la residenza di campagna dei marchesi Guarienti di Verona. Visitabile con una nostra guida turistica di Valeggio, fu progettato da un architetto poco noto, Pietro Ceroni, il palazzo è contrassegnato dalle rigorose linee neoclassiche, espressione di solidità e di severità più che di eleganza. Palazzo Guarienti fu al centro delle travagliate vicende belliche che portarono alla fine della Repubblica Serenissima. Qui infatti il 1 giugno 1796 il Provveditore Straordinario veneziano Nicolò Foscarini arrivò a Valeggio per conferire con il giovane generale francese Napoleone Bonaparte, determinato a far transitare il proprio esercito nei territori veneti e pronto a bruciare Verona se non avesse ricevuto una risposta affermativa dall’inviato di Venezia. Foscarini non seppe o non ebbe possibilità di opporsi alla veemenza del giovane Bonaparte e, rassegnato, aprì le porte del Veneto ai Francesi. Veniva così sancita, proprio a Valeggio, la cessazione “de facto” della sovranità della Serenissima Repubblica di San Marco. Una lapide sulla facciata ricorda il curioso episodio nel quale Bonaparte rischiò di essere catturato dagli Austriaci, mentre era lì alloggiato durante la campagna in Italia. Il palazzo è stato ristrutturato ed ora ospita la Biblioteca.

Villa Maffei – Sigurtà e Parco Giardino Sigurtà

Il 21 luglio 1649 il Doge di Venezia Francesco Molin investiva ufficialmente i fratelli Alvise e Carlo Maffei del feudo di Valeggio e Monzambano, elevandoli alla dignità di Conti. Questa famiglia veronese investì nel territorio di Valeggio con l’acquisto di nuovi terreni agricoli e la costruzione di mulini lungo il corso del Mincio. Alla fine del Seicento costruirono una splendida villa veneta, progettata da Vincenzo Pallesina con forti richiami palladiani. Il corpo centrale inquadra, fra quattro colonne ioniche, la vasta loggia dal soffitto affrescato. Sul retro della Villa, nell’antico “Brolo”, si estende, per circa 60 ettari, il Parco Giardino Sigurtà. La proprietà fu acquistata negli anni quaranta del ‘900 dal conte Dott. Carlo Sigurtà e trasformata, dopo anni di appassionato lavoro, in una delle realtà botaniche e paesaggistiche più belle d’Europa. 

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