Visitare l'Arena

per rivivere il passato 

Anfiteatro Arena

Grandioso edificio costruito nel I secolo d.C. per gli spettacoli (i Ludi gladiatorii e le Venationes), l’Arena dal 1913 è sede della stagione lirica conosciuta in tutto il mondo. Quasi 30.000 spettatori poteva contenere in origine (oggi circa 20.000) quando era completa della cinta esterna di 72 arcate per tre ordini, di cui sopravvivono solo 4 arcate, la suggestiva “Ala”. La cinta esterna aveva sì funzione decorativa, ma all’interno creava un grande loggiato che ampliava notevolmente la capienza. Il prospetto esterno oggi visibile dell’Anfiteatro, in pietra rosa veronese e in mattoni, si svolge in due poderosi ordini di arcate, fonte d’ispirazione per tanta architettura locale (basti citare Porta Palio). 

L’Arena in numeri 

Dell’imponente costruzione edificata attorno al I sec. D. C. non si conosce il progettista, ma era consuetudine che tali opere pubbliche venissero realizzate da imprese specializzate nel settore con la collaborazione di maestranze reclutate sul posto. 
Costruzione tipica della cultura romana del tempo, l’anfiteatro veronese è nel suo genere il quarto in ordine di grandezza, preceduto dal Colosseo, dall’anfiteatro di Capua e da quello di Milano (di cui resta poco). Strutturalmente assai ben conservato, è stato edificato utilizzando soprattutto la pietra estratta dalle cave di Sant’Ambrogio di Valpolicella, località distante una ventina di chilometri da Verona. I blocchi di pietra erano condotti in città attraverso l’Adige. 
La pianta ellittica del manufatto ha gli assi che misurano 73 x 44 metri all’interno della platea, mentre quelli esterni, compresa la cinta maggiore, sono di 152 x 123 metri. Il perimetro della cinta attuale è di 391 metri. 
Della cerchia esterna, che aveva soprattutto una funzione di abbellimento, rimane soltanto la celebre Ala. Questa, interamente in pietra e formata da tre ordini sovrapposti di archi, raggiungeva la ragguardevole altezza di 30 metri e aveva un perimetro di 435 metri. Annoverava 72 arcate per ogni singolo piano, sorrette da 73 enormi pilastri costituiti da blocchi di pietra squadrati.

Le trasformazioni 

Il crollo della poderosa cerchia esterna si verificò nel XII secolo in seguito a un violentissimo terremoto che scosse la città. La seconda cinta, quella che attualmente costituisce il prospetto dell’Arena, è a due piani di 72 arcate ognuno e vanta un’altezza di circa 18 metri. All’interno si svolgono scale doppie o semplici, tutte di nuova fattura. L’Ala e la facciata attuale sono unite da una volta a botte anulare sotto cui corre una galleria interna alta nove metri e larga circa 4. Dall’esterno, attraverso delle scalette sfocianti in aperture dette vomitoria, si accede ai gradoni della cavea, ricostruita all’epoca della Repubblica Veneta. Pure le due logge sopra agli ingressi furono aggiunte nel 1668; ricostruzioni arbitrarie che non tenevano conto delle disposizioni che davano gli antichi all’anfiteatro. Originariamente essa era spartita in anelli con ingresso separato. Il primo, chiamato podio, ospitava autorità e personaggi illustri. Altri tre anelli, o meniani, e il loggiato superiore andavano a completare la cavea, i cui gradoni in marmo di Verona sono alti mediamente 40 cm e larghi 70. In totale si contano 44 gradinate. La loggia superiore era in gran parte in legno per ragioni di statica. 
Concludendo: la cavea era composta di cinque ordini di posti: il podio, tre anelli o meniani, e il loggiato superiore, ai quali si accedeva in base a norme speciali percorrendo speciali itinerari di gallerie, corridoi e scalette.
Aggiungiamo che la cavea poteva essere coperta in caso di sole cocente o di pioggia da un immenso velario, del quale, all’interno dell’Ala, sopra le arcate del terzo piano, si vedono ancora le mensole che sostenevano i relativi supporti. 
A completare la descrizione dell’edificio diremo che sotto il piano della platea vi è un complesso di gallerie costituito di tre fogne anulari alte quasi due metri, alle quali affluiscono le acque dell’interno e della cavea, e di altre due, che sulla linea dell’asse maggiore tagliano in croce la pianta dell’edificio. In base alle ricerche archeologiche si è stabilito che un canale di scarico (corrente lungo l’asse maggiore) continuava per oltre cento metri e andava a scaricarsi nel vicino canale detto Adigetto. 

Capienza

Quante persone posson trovar posto sulle gradinate? È una domanda che molti si fanno, ma alla quale è difficile rispondere con precisione, ma possiamo calcolare che tra le 22 e 23 mila persone possono prendere posto comodamente sulla cavea, a cui aggiungere i posti in platea. Ma ora la domanda sorge spontanea: com’è che i Romani costruirono un edifico così grandioso in una città che non poteva contare più di 10.000 abitanti? Evidentemente gli spettacoli che si davano all’Arena dovevano essere di tale attrattiva, che la gente vi accorreva dalla provincia e dalla città vicine. 
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