Casa di Giulietta e Balcone
Quella che viene popolarmente indicata come "la casa di Giulietta" è una costruzione in cotto del XIII sec. abbellita da una merlatura e da un arco che introduce in un cortiletto caratteristico. Alla sommità dell’arco, sul lato rivolto al cortile, è effigiato lo stemma di un cappello, emblema della nobile famiglia dei Capuleti. All’interno del cortile s’affaccia il celebre balcone marmoreo, frutto del restauro di Antonio Avena (1935), che tanta parte ha avuto nella vicenda amorosa dei due sfortunati amanti, e si incontra la statua in bronzo dell’eroina.
Cenni storici
Le stanze dell’edificio ricalcano l’impianto antico della casa che venne posta all’asta nel 1905, dopo anni d’incuria che la videro miserabile ritrovo di barrocciai chiassosi e carri infangati. In quell’occasione giunsero pressioni da simpatizzanti italiani e stranieri perché il Municipio cittadino acquistasse l’edificio. Incoraggiamenti in tal senso vennero addirittura da notabili parigini. A fronte di tante insistenze, il Municipio acquistò l’antico fabbricato l’8 luglio 1905. Il valore storico del palazzo è testimoniato anche dal poeta tedesco Heine, che illustrando nel 1828 gli edifici attigui a piazza delle Erbe, così si esprimeva: “Vicino a questa piazza vi è una casa che si cita quale palazzo di Capuleti, a cagione d’un cappello scolpito al di sopra la porta interna. Non lungi da lì, in una chiesa (San Francesco al Corso), vi mostrano pure la cappella dove, secondo la tradizione, la coppia infelice fu unita”.
Il cortile e il balcone
Esso è circondato da edifici antichi sulle cui facciate si aprono eleganti finestre gotiche e al primo piano di quello ad oriente sporge un balcone in pietra. È il leggendario balcone di Giulietta: un antico sarcofago trecentesco collocato qui in tempi recenti per rendere più “vera” la mitica “casa di Giulietta”, eroina di un dramma che la poesia di Shakespeare ha reso immortale. Il luogo, così come ancora oggi si presenta, ci consente di rivivere in uno spazio reale la storia d’amore più celebre dell’età moderna, quella tra Giulietta de’ Capuleti e Romeo Montecchi, o Monticoli, giovani nati da due famiglie in lotta durante il periodo medioevale: avversari dell’imperatore gli uni, filoimperiali gli altri.
La casa di Giulietta nei secoli
Il severo edificio in mattoni che si affaccia su via Cappello, il buio androne, il luminoso cortile e le case che lo circondano furono, sicuramente, una sede di potere nella Verona medioevale.
Si tratta infatti di una casa-torre, analoga ad altre strutture fortificate sorte in città nel periodo comunale per il controllo e la difesa e, in particolare, per sottolineare, con l’altezza e l’imponenza, il prestigio della famiglia proprietaria.
Siamo a conoscenza di un utilizzo della casa come stallo, probabilmente già a partire dal secondo duecento. Gli “stalli” medioevali erano centri commerciali con un magazzino per le merci, locali per la contrattazione, e tutti i servizi utili per l’attività di scambio, come gli strumenti per la pesatura e la misurazione. Vi erano gli interpreti di lingua teutonica (un antico tedesco) e latina.
La famiglia Cappello
Non conosciamo il nome dei proprietari dell’antico edificio. Invece sappiamo che la casa e la torre che si affaccia su via Cappello appartennero alla famiglia Cappello, il cui nome presenta un’innegabile assonanza con quello di Capuleti. I patrizi veneti Cappello erano arrivati a Verona da Venezia dove la famiglia possedeva un grande palazzo, ancora esistente. Non è neppure noto da quale periodo la casa abbia abitato in questa dimora: confermano comunque la proprietà ai dal Cappello, oltre allo stemma, formato da un cappello in bassorilievo, posto sulla chiave d’arco del volto che immette nel cortile, anche la documentazione cinquecentesca e seicentesca e le narrazioni degli eruditi locali.
Acquisto e restauri
All’inizio del Novecento lo stallo del Cappello era in pessime condizioni e, per complicate vicende famigliari, gli ultimi proprietari furono costretti a metterlo all’asta. Il Comune di Verona, in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica che nella casa aveva ormai identificato il luogo della dimora di Giulietta, il giorno 8 luglio 1905 comperò l’intero immobile sulla destra del cortile e parte del terzo e quarto piano dell’edificio affacciato su via Cappello. La vendita all’incanto del fabbricato si aprì sul prezzo di Lire 7500. Quattordicimilacinquecento lire fu l’offerta del Comune, che non fu in alcun modo migliorata.
Dopo l’acquisto il fabbricato viene più volte rimaneggiato, trasformato soprattutto in seguito all’intervento tra gli anni trenta e quaranta. Alla scelta di dare un nuovo aspetto alla casa, ripristinata secondo un’idea ancora molto romantica di stile medioevale, con l’aggiunta di elementi di foggia romanica e gotica di varia provenienza, tra cui il celebre balcone oltre che le finestre e il portale, contribuisce, in modo non indifferente, il cinema.
Il film Romeo and Juliet, capolavoro di George Cukor, girato nel 1936, anche se proponeva una Verona immaginaria, era pur sempre uno splendido omaggio alla città e alla sua storia. Proprio alle scenografie del film si ispirò infatti il Soprintendente Antonio Avena, allora direttore dei musei e dei monumenti della città di Verona, nella realizzazione del restauro in stile della “casa”.