Visita a Palazzo Canossa

Un palazzo dalla storia dimenticata, perla dell'architettura

Palazzo Canossa a Verona

Fu costruito dalla famiglia Canossa nel 1530. Alcuni membri di questa famiglia son passati alla storia, come Maddalena di Canossa che nell’Ottocento fonda l’ordine delle Canossiane. Fu commissionato da Ludovico di Canossa, Vescovo di Caieux, un uomo molto acculturato, aveva stretti legami con Castiglione Bembo, un grande della letteratura, e per altro era stato prelato di Leone X, molto amico del Giberti, entrambi sepolti nel tornacoro del Sanmicheli in Cattedrale. Fu sempre Ludovico a commissionare a Raffaello la Madonna della Perla. Quindi all’interno di questo palazzo si conservava questa opera raffaellesca che poi fu venduta ai Gonzaga per 5000 scudi nel 1604. Oggi si trova al museo del Prado a Madrid. 

Location

Fu un atto coraggioso quello di far costruire un edificio fuori dal nucleo antico della città. Questa via importantissima era caratterizzata da edifici medievali, non così prestigiosi e belli. Fu un atto di valorizzazione dell'attuale Corso Cavour, che ricalca il tracciato della Via Postumia. L’idea era anche quella di costruire un palazzo la cui scenografia era quella all’insegna della latinità romana. Non dimentichiamo che all’epoca l’Arco dei Gavi era al centro della strada, e in fondo è collocata Porta dei Borsari, che faceva da quinta scenografica. E quindi Michele Sanmicheli ovviamente analizza questi due monumenti e crea dei palazzi che in qualche modo richiamano l’antichità. 

Influssi mantovani

Nella facciata del Sanmicheli si intravedano suggestioni di Giulio Romano. Il suo Palazzo Te a Mantova è un gioiello del Manierismo, che propone un paramento murario a bugnato rustico in alcuni tratti e a bugnato liscio in altri. In questo caso Sanmicheli decide di optare per una pietra non fortemente bocciardata per evitare contrasti cromatici troppo forti e decide di utilizzare un bugnato liscio, detto “gentile”, e quindi crea una sorta di facciata divisa in due livelli, i cui ritmi sono dati da due direttrici diverse. Il bugnato alla base è steso in maniera orizzontale e crea quindi una sorta di ritmo diverso rispetto alla parte superiore. Infatti, sopra alla cornice marcapiano, il ritmo del palazzo prende invece un verso verticalizzato caratterizzato da paraste binate. La parte inferiore mostra una sorta di loggiato, tre archi a tutto sesto, che ricordano le arcate dell’Arena. Con molta disinvoltura il Sanmicheli adotta per la base il bugnato rustico. Appena sopra inserisce delle finestre rettangolari molto regolari incorniciate da un bugnato liscio, mentre il marcapiano sopra mostra un fregio che ospita all’interno dei cagnolini in successione. 

Motto di famiglia e manomissioni

Il cane è lo stemma della famiglia Canossa. Il motto della famiglia era: quando il cane finirà l’ossa, finirà casa Canossa. Infine, nella parte superiore abbiamo delle finestre incornciate da plinti e ritmate in modo equilibrato (finestre centinate inquadrate da paraste binate). La balaustra sommitale è settecentesca: fu creata per mitigare l’innalzamento di un piano del palazzo, poichè infatti nel Settecento fu rialzato per ospitare l’affresco di Tiepolo con l’Apoteosi di Ercole. L’ultimo giorno della Seconda Guerra l’affresco cadde a pezzi per la deflagrazione delle mine tedesche utilizzate per far saltare in aria il vicino Ponte Scaligero.  
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