La Domus romana di Piazza Nogara

Un ambiente sotterraneo di sicuro fascino

Domus di Piazza Nogara


Si tratta di una casa romana accessibile attraverso una passerella progettata da Carlo Scarpa che ne ha ideato la geniale musealizzazione. La domus di per sé è un raro esempio e tra i meglio conservati di casa detta a peristilio che si contrappone alle tipiche case ad atrio in uso altrove nella penisola italica. 

Ad oggi abbiamo a Verona 70 attestazioni di domus romane, sia dentro che fuori le mura di Verona, rinvenute per caso fortuito. Sono poche le case indagate in estensione. Caso unico la Domus di Piazza Nogara, dove si ha un’indagine estesa e tale da avere individuato le mura perimetrali: aveva una forma tendenzialmente quadrata, circa 20 mt. x 20 mt. circa (400 mt quadrati di superficie). Perciò, supponendo che dentro nell’isolato vi fossero almeno altre due case (una a nord e una a sud) e che tutte le case avessero questa estensione, possiamo supporre che in epoca romana vi fossero tra le 12 e le 14 abitazioni all’interno di ciascun isolato. Difficile ricostruire gli schemi planimetrici: ancora una volta questa domus è quella che più e meglio di tutte ci mostra il tipo planimetrico scelto, che è quello a cortile; un cortile che poi diventa un peristilio in una seconda fase, ma comunque un cortile centrale, attorno a cui si distribuiscono degli ambienti, perlopiù aperti verso il cortile stesso. 

Volumetria 

Dalle indagini svolte si è desunto che si trattasse di un edificio ad un piano, con un cortile circondato su tre lati da un portico, che a sua volta aveva le falde inclinate verso l’interno. Il cortile era dotato di un sistema di smaltimento dell’acqua che conduce verso la strada e con un cortile pavimentato in lastre di marmo. La ricchezza di acqua era per i Romani uno status symbol, e non solo ad uso funzionale. Le volumetrie degli ambienti circostanti mostrano delle falde inclinate verso l’esterno. È stata ritrovata una canaletta che accoglieva l’acqua che scendeva dalle grondaie, ed è stato constatato che gli ambienti si aprivano attraverso delle finestre sul cortile, mentre altri ambienti erano riscaldati, il che mostra l’adattamento climatico dell’edilizia abitativa nel nostro territorio. 
E proprio le esigenze climatiche han fatto sì che si sviluppassero queste soluzioni tecniche nel nord Italia. Nel case del meridione erano costruite con ampi giardini e spazi aperti, perché il clima è più mite, mentre al nord vengono abbandonati i giardini aperti a favore dei cortili chiusi e pavimentati, molto più funzionali al clima più rigido. Non a caso poi gli ambienti riscaldati servivano per diffondere il calore anche in ambienti vicini. 
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