Il cimitero in pietra scaligero

Le tombe dei Signori di Verona

Arche Scaligere

Col nome di Arche Scaligere si intendono le monumentali tombe marmoree dove riposano i Principi Scaligeri; sono il monumento gotico più famoso di Verona, erette accanto ai loro palazzi sul sagrato di Santa Maria Antica. Sono le costruzioni più importanti del Medioevo veronese e tra i più insigni monumenti dell’arte gotica europea. Queste grandiose arche funerarie dei Signori di Verona son raccolte entro uno splendido recinto di ferro battuto a maglie mobili, recante l’impresa gentilizia della scala a pioli

Fanno parte del sepolcreto gentilizio diversi sarcofagi e soprattutto tre grandi tombe a baldacchino, sormontate da aguzze cuspidi recanti il ritratto equestre del defunto e circondate da una quantità di statue e motivi decorativi. Ma al di là della qualità dei singoli dettagli rimane particolarmente impresso il colpo d’occhio, l’insieme fastoso e stravagante. Le tre arche maggiori sono quelle di:
  • Mastino II, iniziata nel 1345 (prima della morte del signore), caratterizzata da archi trilobati; quattro Angeli dalle ali fiammeggianti vegliano il sarcofago, ornato di cospicui rilievi; sulla sommità della piramide, l’immagine del Principe sul cavallo bardato, visiera abbassata e lancia in resta, sembra sfidare il cielo. 
  • Cansignorio (1375) sorretta da sei colonne, opera di Bonino da Campione; preziosa, elaborata, ornatissima, folta di guglie, di cimase e di preziosi intagli che la fanno simile ad un enorme gioco di traforo o ad un merletto marmoreo, è questa la più ricca, perfino ridondante di cuspidi, statue, tabernacoletti, edicole; 
  • Cangrande I (morto nel 1329), pensile, sopra il portale della chiesa di Santa Maria Antica. L’arca di Cangrande, la prima ad esser costruita, è il capolavoro della scultura veronese nell’età scaligera: la statua equestre, in alto, è una copia dell’originale, conservata nel Museo di Castelvecchio. Sul sarcofago si possono ammirare dei bassorilievi che narrano le gesta militari del Signore, morto improvvisamente a Treviso. 
Le complesse costruzioni a baldacchino sono esempi di perfetta simbiosi tra architettura e scultura. Le due arche di Mastino II e Cansignorio, sostenute da colonne e decorate da una fitta selva di statue e rilievi figurati, rappresentano il vero trionfo d’arte gotica a Verona. Anche sopra a queste tombe svettano le statue equestri dei rispettivi signori, che rimandano simbolicamente agli ideali cavallereschi del mondo cortese. 
Sopra al portale d’ingresso alla chiesa si trova la tomba di Cangrande I della Scala, fatta erigere con la propria da Mastino II a memoria imperitura delle gesta eroiche del predecessore, morto improvvisamente nel 1329. 

La piccola chiesa di Santa Maria Antica, risalente all’epoca longobarda, presenta le semplici e nobili forme romaniche ricevute nella ricostruzione del 1185. Conserva il campanile a cuspide conica che, con soluzione insolita, poggia sull’abside maggiore,  e un suggestivo interno a tre navate e altrettante absidi. Pochi gli aspetti artistici degni di nota: qualche brano d’affresco del primo Trecento e un frammento di pavimentazione a tessere bianche e nere, forse del X sec.

Infine, se è vero che sono le tre arche superbe, svettanti nello spazio, a formare l’intricata ramificazione aerea della meravigliosa foresta pietrificata, occore rilevare che c’è anche un “sottobosco”, visibile solo quando aprono il cancello e si inoltri in questo esiguo e grandioso camposanto, dove al posto della terra battuta vi sono lastre di pietra rosa. Qui si trovano la presunta tomba di Alberto I della Scala, quella di Giovanni della Scala e quella probabilmente appartenuta a Mastino I. E in grande formato vediamo scolpita ripetutatmente sulla pietra la “scala”, simbolo della famiglia. Il colore di Verona non è mai triste, nemmeno nei cimiteri: quando piove, anzi, si sprigiona dai marmi un bel rosso vivo, e la pietra, abitualmente bianca, prende una tonalità rosata, delicatissima: ed è proprio un gran bel vedere. 
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