Parco archeologico di Brescia - Visite Guidate

L'area urbana più vasta in Lombardia

Parco Archeologico di Brescia

Il percorso dell’area archeologica tocca i monumenti più significativi della città antica, che si affacciano sull’attuale Piazza del Foro: il Santuario di età repubblicana (I secolo a. C.), il Capitolium (73 d. C.) il Teatro (I-III secolo d. C.) e il tratto del lastricato del decumano massimo (su cui oggi insiste Via dei Musei). 

Cose da vedere: 

  • Quarta Cella
  • Capitolium
  • Vittoria Alata e cornici in bronzo
  • Teatro Romano
  • Decumano Massimo 

Nella Brixia di epoca romana quest’area era attraversata dalla Via Gallica (un nome convenzionale inventato nell’Ottocento) ed in posizione sopraelevata sorgeva il Santuario Repubblicano a 4 celle: tre riservate alla triade capitolina, rappresentata da Giove, Giunone e Minerva, la quarta cella a una divinità locale, forse Bergimus, dio protettore della città, con la statua di una dea (si tratta di un’ipotesi puramente speculativa e finora non suffragata da evidenze archeologiche). Il Santuario fu costruito intorno all’80 a.C. ed era costituito tra 4 templi sopraelevati, ognuno dei quali era accessibile da una scalinata indipendente che conduceva nel pronao antistante e da qui si accedeva alla cella. Le 4 celle erano identiche per dimensioni e tipicamente romane nella costruzione: 4 colonne disposte davanti al tempio, capitelli corinzi, trabeazione con architrave bipartito, fregio a festoni e bucrani e sormontato da timpano. Sebbene il Santuario si presentasse con un aspetto alla romana, la Capitale dell’Impero non contribuì alle spese di costruzione, ma fu pagato dalle aristocrazie locali, i bresciani celti finanziarono la costruzione di un edificio alla maniera romana. Fu una scelta di campo; si voleva in tal modo dimostrare che con l’assimilazione si vive meglio ma ugualmente si assiste ad una trasformazione sociale, gli equilibri interni cambiano, l’élite convince tutti gli altri ad assimilarsi, anche attraverso l’arte. 
Gli affreschi di decorazione riportati in luce durante gli scavi dell’Ottocento sono molto interessanti. La parte superiore della parete era campita a imitazione di lastre di marmo, l’osservatore ha di primo acchito illusione di una parete rivestita da lastre di marmi preziosi. Oltre ai finti marmi vi sono anche finte architetture (colonne scanalate) e finti tendaggi. Si tratta di testimonianze di straordinaria importanza per diverse ragioni: la prima è il carattere culturale, si tratta di esempi di II stile pompeiano. Trovare qui a Brescia delle testimonianze del II stile pompeiano indica che la città parlava la stessa lingua che a Pompei quando però Brescia non era ancora romana. Quindi già prima dell’unificazione politica della penisola operata da Roma c’è già una unità culturale operata attraverso l’arte e altre forme artistiche (i poeti latini per esempio). Già prima dell’unione politica l’arte e la cultura contribuiscono all’unione, tanto è vero che qui a Brescia sono le aristocrazie locali a pagare, a intervenire per i lavori e forse a chiamare delle maestranze dalla bassa Italia per realizzare gli affreschi. Come abbiamo già detto si tratta di un Santuario a 4 celle; il numero desta sorpresa poiché solitamente sono 3. Il fatto che ci sia una quarta cella testimonia che in questa fase accanto alle 3 divinità importate da Roma persiste il culto ad una quarta divinità di tradizione celtica, di cui non siamo certi sul nome, è solo una nostra speculazione indicare Bergimus come divinità prescelta. 
Il Santuario fu in seguito sostituito dal Capitolium, che domina con la propria imponenza la piazza del Foro, con la cella centrale caratterizzata dalla statua colossale di Giove, le lunghe rampe di scale in pietra bianca di Botticino e i colonnati dei portici. L’effetto è stupefacente: salendo le rampe di scale e raggiungendo il pronao si ha l’impressione di camminare sulla storia e nella storia avendo la sensazione di essere un antico Sacerdote pronto a compiere il rito sacrificale. 
Il Tempio Capitolino fu costruito in una fase di rinnovamento della città e su impulso dell’Imperatore Vespasiano, il successore di Nerone. Fu lui a promuovere la ricostruzione dei luoghi pubblici. Perciò Brescia distrugge il vecchio Santuario tagliandolo ad una certa quota, costruisce sopra una palizzata e impone sopra il nuovo Capitolium, che è quello che ancora oggi in parte si vede su Piazza del Foro. 
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