Piazza Paolo VI
È una delle più belle piazze cittadine, soprattutto di sera quando il buoio ne aumenta il fascino. Di origine medievale, essa rappresenta il cuore della città per gli importanti edifici storici che vi si affacciano, simboli delle libertà civili e delle tradizioni religiose bresciane. Il lato più interessante è quello a est, dove si allineano il palazzo del Broletto e le due Cattedrali.
Piazza Paolo VI, già Piazza del Duomo
La piazza del fulcro religioso di Brescia ha subito un’evoluzione e una trasformazione a partire dall’alto medioevo fino al Seicento. L’aspetto attuale della piazza è diverso da quello medievale che registrava la presenza di due cattedrali erette nel V secolo d. C.: Santa Maria maggiore e S. Pietro de Dom. Viene da chiedersi come mai vi fossero due chiese sulla stessa piazza. Esistono moltissime altre città dove sulla stessa piazza ci sono due cattedrali; è la cosiddetta tipologia delle cattedrali doppie. La troviamo a Milano e a Como ad esempio, e sono una presenza simbolica, una chiesa è dedicata sempre alla Madonna e l’altra a un Santo. La loro presenza contemporanea simboleggia il matrimonio tra Cristo e l’ecclesia, cioè tra Cristo e la chiesa, la comunità dei fedeli.
Di queste prime due chiese paleocristiane non resta praticamente più nulla, di S. Pietro de Dom abbiamo solo 4 colonne in granito nero, 2 di esse sono state collocate nel portale seicentesco del Broletto, e le altre 2 sono nel portale della Chiesa di Santa Maria della Carità o del Buon Pastore in via Musei.
In epoca medievale su Piazza Paolo VI c’era anche un Battistero, oggi non più esistente. Fu demolito nel Seicento quando si decise di costruire il Duomo Nuovo per dare alla piazza un maggiore respiro.
Negli anni ’20 del Duecento la piazza si presentava con un aspetto diverso: nell’XI secolo era stato costruito il Duomo Vecchio, si incomincia a intravedere qualcosa del Broletto, ma soprattutto la piazza era occupata dalle case dei Canonici, che la dividevano in due. Quindi nel Medioevo vi erano due piazze affiancate e questa configurazione andrà avanti fino all’età veneta. I Veneziani distrussero questo micro-isolato perché al loro arrivo hanno bisogno di una grande piazza per le esercitazioni militari e lo sfruttamento delle truppe.
Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento il Broletto acquisisce la fisionomia che conosciamo oggi con il Palazzo Maggiore da una parte e un sistema di portici da entrambi i lati. Oggi non è più così perché da una parte abbiamo il palazzo minore e dall’altra i portici sono stati chiusi.
In età veneta viene demolito l’isolato dei Canonici, ma va anche ricordato che in precedenza i Visconti avevano eretto le mura della cittadella. Quando i Visconti arrivarono a Brescia realizzarono un corridoio di mura che partiva dal Castello lungo l’attuale via Dieci Giornate da una parte e dall’altra una fascia di mura che passava dietro il Broletto lungo Via Mazzini dividendo di fatto la città in due. Era una fascia completamente militarizzata, ciò significa che i cittadini bresciani non potevano accedervi. Partiva dal Castello e sfociava nella zona del forte della Garzetta (oggi non più esistente), dove oggi c’è il monumento dedicato a Giuseppe Zanardelli.
Due fontane rinascimentali abbelliscono la piazza: quella a nord è sormontata da una statua mutila di Minerva, a sud la fontana è invece decorata da una copia della scultura raffigurante Brescia armata, il cui originale si trova nel Museo della città in Santa Giulia.