Visite Guidate al Museo di Santa Giulia

Una sede prestigiosa di fondazione longobarda

Museo di Santa Giulia, origini

Una visita al Museo di Santa Giulia non lascia delusi. Ricco di suppellettili di diverse epoche storiche, è diventato una tappa fondamentale per chi vuole scoprire di più su Brescia e la sua lunga storia. 

Quello che adesso è il museo della città era un monastero benedettino femminile di origine longobarda, fondato da Re Desiderio a partire dal 753 d.C.. Il sito è stato sottoposto nel corso dei secoli a vari rimaneggiamenti e rifacimenti e il complesso odierno è articolato intorno a tre chiese databili a epoche diverse: 
  • S. Salvatore, altomedievale 753 d.C., con il coro delle monache della seconda metà del Quattrocento;
  • la chiesa di S. Giulia, la cui costruzione è iniziata alla fine del 1500;
  • l’oratorio romanico di S. Maria in Solario del XII secolo. 
Anche i chiostri inseriti a mano a mano nei vari ampliamenti del monastero sono di epoche diverse. 

Le origini

Nel 1797 con l’arrivo dei Francesi le monache furono costrette ad andarsene in quanto la congregazione religiosa di S. Giulia fu soppressa da Napoleone. Inizia quindi un grande periodo di degrado per tutto il complesso monastico, che fu adibito a caserma, scuderia, palestra. Finché il Comune di Brescia è riuscito ad acquisire le chiese che sono diventate la prima sede del museo cristiano. Col tempo l'amministrazione municpale è riuscita ad acquisire tutto il complesso monastico e si è dato così avvio al restauro di tutto il complesso. La prima sezione del museo fu aperta al pubblio già nel 1997. Attualmente contiene reperti di varie epoche storiche che vanno dalla preistoria fino all’Ottocento. 

Il monastero era stato costruito in una zona che ai tempi di Brixia, la città romana, era un’area residenziale di domus romane. La parola latina domus indica una casa signorile in contesto urbano, cioè all’interno delle mura, diversamente dalla villa che sorgeva extra moenia. Si trattava questa di una zona ambita, un’area verde ai piedi del colle Cidneo che si affacciava direttamente sul Decumano Massimo, la via principale che percorreva Brixia in senso est ovest e vicino all’area monumentale del Capitolium, del forum e del teatro. E qui correvano anche le mura romane. 
Le prime mura cittadine erano state costruite in età augustea tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d. C., a cui fecero seguito le mura medievali e quelle venete. Ma il loro andamento sul lato del monastero è sempre rimasto invariato. 

La rete viaria di tutte le città romane si presentava come una scacchiera: le vie che da sud proseguivano verso nord incrociavano in senso perpendicolare le vie che da est proseguivano verso ovest. Il punto in cui la via principale da sud incontrava la via principale da est corrispondeva all’area monumentale. Il museo sorge quindi in una zona archeologicamente importante che è stata coperta a partire dal 753 d.C. con la costruzione del monastero di S. Giulia, e ciò ne ha consentito la conservazione. Quindi a partire dall’epoca altomedievale non si è più costruito in quest’area e tutti i reperti delle tante domus che qui si trovavano sono rimasti perfettamente conservati. Questa situazione è rara da trovarsi nel centro di una città: solitamente i siti archeologici più vasti si trovano in periferia, fuori le mura. La continuità edilizia, le dinamiche costruttive disperdono i reperti, che qui invece si sono conservati. 
Le domus dell’ortaglia sono state così chiamate perché sono state rinvenute in quella che era l’ortaglia del monastero, un’area verde già in epoca romana, ed erano raggiungibili da uno dei cardini romani.
prenota la tua visita
Torna su