Visita al Museo delle Armi di Brescia

Una storia di armi e conflitti racchiusa in un castello.

Museo delle Armi al Castello di Brescia

La visita al Museo delle Armi di Brescia inizia nel Mastio, la parte più antica del castello, che fu fortificato dai Visconti nel 1343, Signori di Brescia fino all’arrivo di Venezia. Unico al mondo il Museo è una tappa fondamentale per tutti gli amanti delle armi bianche o da fuoco.

Oggetti in esposizione 

Il museo, come si presenta oggi, è frutto di una ristrutturazione di Carlo Scarpa, che ha voluto modificare alcuni aspetti dell’ambiente. I soffitti erano a botte e i pavimenti in laterizio a spina di pesce, entrambi cinquecenteschi; l'architetto veneziano ha deciso di ripristinare le fasce decorative originali della metà del Trecento ed eliminare tutto quello che è venuto di seguito. 
Il Museo raccoglie la collezione di Luigi Marzoli, che fu il più grande collezionista di armi antiche d’Italia, infatti la collezione in totale è di 1090 pezzi, in parte qui in parte a Palazzolo, suo paese di origine. È la collezione più importante d’Italia per le armi antiche, che vanno dal Quattrocento fino al Settecento. 

La parte più suggestiva è quella del piano inferiore con le armi bianche; qui si trovano alabarde del XV secolo, elmi, scudi di difesa e soprattutto la bellissima armatura alla Massimigliana, fiore all’occhiello della collezione data la sua completezza. 
L’armatura alla Massimigliana ebbe un grande successo: fu creata su misura per Massimigliano I d’Asburgo, perché era considerata essere leggera, nonostante in ogni caso pesi 80 chili. Quella in esposizione, essendo snodata, permetteva un maggiore movimento. La struttura che copre i fianchi è mobile e scollegata dal busto. Le armature precedenti erano invece molto più bloccate poichè non erano realizzate a scaglie che la Massimigliana, che quindi consentiva maggiore mobilità. 

Le armature sono state montate su dei manichini che presumibilmente hanno l’altezza degli uomini del ‘500; erano più piccoli e quindi non era semplice manovrare una spada così enorme. Ciò spiega la presenza nell'armatura di due puntali: servivano per bloccare l’eventuale colpo o per ferire di fianco o ancora per dare il colpo se era ravvicinato. Era in pratica un’enorme paramani per bloccare il colpo di una spada analoga. 

La cotta è una specie di mantellino che veniva messo sotto l’armatura e serviva a proteggere le parti di giuntura dell’armatura. I punti più pericolosi erano l’attaccatura del braccio, i gomiti, i fianchi e le ginocchia, quindi veniva indossata questa maglia per proteggersi quanto meno dalle frecce. Riusciva a fermare e a bloccare il colpo di freccia o di spada. In realtà appesantiva chi la indossava, e di fatto fu in seguito abbandonata a favore di una modifica dell’assetto dell’armatura. Furono inserite delle piccole alette per coprire meglio le parti scoperte tra le giunture. Il cavaliere viene alleggerito della sua armatura.

Le mazze esposte sono ben fatte e mostrano un certo gusto estetico. Venivano utilizzate sia a piedi che a cavallo. Servivano per atterrire il cavaliere di fronte o il cavallo. Infatti anche i cavalli avevano un’armatura per difenderli dalle ferite e anche perché quando erano in corsa diventavano una sorta di carro armato: una bestia pesante corazzata e bardata aveva un effetto travolgente!

Il salone Maggiore del Museo delle Armi di Brescia

In questa parte del Museo delle Armi di Brescia sono esposte le grandi armature da parata. Quelle decorate non sempre sono da parata; le armature, che fossero più o meno belle, avevano tutte le funzionalità necessarie e potevano essere usate in qualsiasi momento, anche per combattere. Non per forza il metallo era più leggero, ma aveva anzi tutta la resistenza delle armature meno decorate. 
Si osservino le decorazioni da parata cinquecentesche, elementi a trionfo, oggetti militari: il gusto dell’epoca ci riporta indietro alla classicità, i ritratti di profilo ci riportano alle monete e ai ritratti di Imperatori romani. Nelle armature bresciane i ritratti di San Faustino e Giovita si pensava potessero proteggere chi le indossava; le immagini venivano incise sul retro per proteggere le spalle del cavaliere. I fregi che decorano le armature ricordano in certi casi le decorazioni ad affresco. Nel vasetto presente dell’elmo si metteva una piuma colorata per distinguersi fra gli eserciti.

La stanza piccola

Si osservi qui la ricca decorazione con simbolo imperiale; le foglie son dipinte con molta grazia e a finto marmo. Da questa stanza si vede la scala del tempio romano del I sec. a.C. che si affacciava in asse al Tempio Capitolino, su Piazza del Foro. Il basamento sopravvissuto è ancora quello romano su cui poi fu costruito il mastio visconteo. Il pavimento visocnteo corrispondeva di poco rialzato al pavimento del tempio. Questa stanza fu decorata dai Visconti secondo il gusto del tempio e la decorazione si è conservata perché nascosta nella controsoffittatura. 

In questa stanza ci sono i pezzi più preziosi del museo:
  • due rotelle da pompa (scudi da cavallo) usati per i trionfi che mostrano delle decorazioni classiche ovvero il Trionfo di Bacco, che qui vediamo portato sul carro trainato dalle pantere col suo coro di baccanti – Altamuro e Plauto –, e la Vittoria Alata che incorona Dioniso e città di mare.
  • Dioniso rappresentato completamente nudo e tutto attorno decorazioni a grottesche, mascheroni, foglie di piante e di fiori. 
Nella stanza si trovano anche decorazioni grottesche chiamate a bamboccio, derivate dai bamboccianti romani che erano degli intagliatori di legno, e che avevano inventato la moda nell’età manierista di queste figure desunte dalle grottesche, ma riproposte in maniera più plastica e con un gusto contemporaneo.

Qui si conclude la sezione delle armi bianche, al piano superiore ci sono le armi da fuoco. 

In questo video alcune delle cose più belle che si possono vedere in questo museo e in generale a Brescia:

"Urbe” in miniatura, con il tempio Capitolino più scenografico dell’Italia Cisalpina, un tesoro di bronzo dorato a lungo nascosto, e la Vittoria alata; ma anche gli affreschi pompeiani del Santuario Repubblicano e i pregiati mosaici delle Domus. Sono “gioielli” di Brescia, la città dalla quale prende il via il nuovo viaggio di Rai Cultura nella bellezza di casa nostra, alla scoperta di un patrimonio straordinario, fatto di storia, di arte, di cultura, riconosciuto in tutto il mondo. lunedì 16 marzo alle 22.00 su Rai Storia

Posted by Rai Storia on Mercoledì 11 marzo 2015
Il piano superiore: le armi da fuoco
Sulla scala si vedono due fucili lunghissimi da caccia, servivano per andare da caccia di anatre. Si poteva rimanere a distanza da dove partiva il colpo, restando nascosti fra le frasche si avevano più possibilità di colpire l’anatra. Soluzioni originali che non han avuto grande fortuna nella storia. 
In questa parte del museo troviamo armi come fucili con manici in avorio, o in legni preziosi, in tartaruga o in madreperla. Soprattutto nel ‘700 ci son armi di rappresentanza, piccole ma molto preziose. 
Ci sono anche armi a scatto detti bastoni che potevano apparire o con piccola accetta, o chiuso da un tappo da dove poteva fuoriuscire una lama. 
La decorazione sulle pareti diventa a pelle di vaio, una sorta di visone, con cui nel Medioevo era abitudine rivestivano le pareti del castello.
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