Risorgimento Bresciano - Le Dieci Giornate

Ricordi di un passato glorioso

Museo del Risorgimento

Attualmente chiuso fino a data da destinarsi, il Museo del Risorgimento di Brescia fu istituito con delibera del consiglio comunale nel 1887 con l’obiettivo di conservare e trasmettere per mezzo di oggetti appropriati la memoria dei momenti nodali e dei personaggi che avevano segnato il processo di unificazione dell’Italia. L’obiettivo di carattere prevalentemente celebrativo era coerente con gli indirizzi della cultura ufficiale dell’Italia post-unitaria. L’iniziativa del consiglio comunale aveva saputo raccogliere con tempestività la proposta venuta dall’esposizione generale italiana di Torino del 1884, nella quale una sezione era dedicata alla storia degli anni compresi fra il 1821 e il 1870. I materiali storici prestati dalla città di Brescia all’esposizione di Torino costituirono il primo nucleo del museo bresciano. 

L’arco cronologico che comprende le raccolte del Museo del Risorgimento può essere scandito in tre grandi fasi nelle quale si evidenzia il ruolo svolto da Brescia nel contesto storico generale, dalla caduta della Repubblica di Venezia e dall’età napoleonica alla fine della prima guerra di Indipendenza. Dalla reazione del 1849 alla proclamazione del regno d’Italia. Brescia post-unitaria e Giuseppe Zanardelli. 

Per rappresentare il periodo che intercorre tra il 1849 e la proclamazione del Regno d’Italia è stato scelto il tema della Seconda Guerra d’Indipendenza del 1859, combattuta fra la colazione franco-piemontese e le forze imperiali austriache tra San Martino, Solferino e Medole. 

La campagna del 1589 vide la città di Brescia e il territorio circostante direttamente coinvolti nello svolgimento di eventi bellici decisivi tra le battaglie di San Martino e Solferino. I materiali del museo raccolti a partire dal tardo Ottocento con l’obiettivo di celebrare la vicenda risorgimentale sono esposti ora nella loro valenza: i documenti storici che riguardano i fatti, l’iconografia dei personaggi e degli episodi, gli strumenti di propaganda e la conservazione della memoria. 

Oltre che per il loro valore estetico vengono proposte come documenti anche le opere pittoriche che rappresentano episodi di guerra, personaggi, scene di vita militare

La guerra del 1859 e i fatti politici che la seguirono portarono a cambiamenti fondamentali all’assetto geopolitico della penisola. Il Regno di Sardegna (stato sabaudo) che comprendeva all’inizio del conflitto il Piemonte, la Liguria e la Sardegna, oltre a Nizza e alla Savoia, conquistò con la guerra, grazie all’alleanza francese, la Lombardia, fatta eccezione per Mantova e la parte orientale del mantovano, che incorporò successivamente entro il marzo del 1860, i ducati di Parma e Modena, la Toscana e parte dello Stato della Chiesa (Bologna e la Romagna). 
Il prezzo pagato in termini territoriali fu la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia. Si avviò concretamente con la guerra il processo di unificazione dell’Italia. Alla questione nazionale fu data quindi una definitiva risposta di segno monarchico e unitario che prevalse sulle diverse soluzioni di ispirazione repubblicana federale e democratica elaborata quasi nel corso di mezzo secolo da alcuni dei maggiori pensatori politici italiani fra i quali Carlo Cattaneo, Cesare Mazzini, Giuseppe Ferrari, Giuseppe Montanelli, Carlo Pisacane, Enrico Cernuschi. 

Il museo ripercorre le tappe principali del periodo che precede la seconda guerra di Indipendenza del 1859 e mette in evidenza i protagonisti di questo periodo (lo statista Camillo Benso di Cavour, Giuseppe Garibaldi ecc) e il ruolo svolto nel processo che porterà all’unità d’Italia. 

Ricordo alle Dieci Giornate

La prima forma di commemorazione delle Dieci Giornate è testimoniata nel giugno del 1859, subito dopo la liberazione della città dal dominio imperiale, da un manifesto della congregazione municipale di Brescia che comunica la volontà di Vittorio Emanuele II di erigere un monumento ai 45 cittadini presi in ostaggio e fucilati in castello per ordine austriaco. Il monumento a ricordo delle Dieci Giornate voluto da Vittorio Emanuele II fu eseguito dallo scultore Giovanni Battista Lombardi e fu inaugurato nel 1864, non come avrebbe dovuto essere nella fossa dei martiri in castello (considerato luogo troppo lontano dalla frequentazione dei cittadini), ma in Piazza della Loggia. Sul basamento 4 rilievi rievocano altrettanti episodi della rivolta popolare: il combattimento nella piazzetta di San Barnaba, la difesa di Porta Torrelunga, la fucilazione degli eroi in castello, il trasporto delle spoglie dei caduti al cimitero Vantiniano

Due litografie illustrano la traslazione delle spoglie dei martiri bresciani del 1849 nel cimitero monumentale vantiniano avvenuta nel 1861. 

Un dipinto di Angelo Inganni, datato 1879, riproduce il monumento di piazza della Loggia e una veduta urbana animata da semplici scene di vita cittadina. 

È inoltre esposta una medaglia d’oro realizzata per volontà di Vittorio Emanuele II e dedicata a Brescia per “ricordare le azioni eroiche compiute dalla cittadinanza bresciana nelle 10 giornate del 1849”. 
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