Santa Maria delle Grazie - visita guidata in un labirinto tortuoso

Senza discussione una delle chiese più ad impatto di Brescia, ed anche una delle più complicate

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Un labirinto tortuoso manomesso 

È senza ombra di dubbio una delle chiese più mozzafiato di Brescia. Entrando colpiscono immediatamente il ricco apparato di stucchi, di ori e di affreschi, che furono sovrammessi alla struttura originaria nel secondo decennio del Seicento. Spesso il turista crede di trovarsi di fronte a una chiesa barocca, ma in realtà è il prodotto di un gusto tardomanierista. 

Numerose sono le opere esposte:  

Presbiterio: organo, controcantoria, abside, tela Moretto
Parete sinistra a destra dell’organo: Annunciazione di Antonio Gandino
Di fronte, parete destra a sinistra della controcantoria: la Circoncisione
Sopra la controcantoria: Adorazione dei Magi
Parete destra a destra della controcantoria: Presentazione al Tempio del Gandino
Infine han messo la Natività della Vergine di Camillo Procaccini, laddove però fino a dopo il 1961 c’era la Strage degli Innocenti di Tiburzio Baldini. Non sappiamo quando, ma dopo il 1961 la tela del Baldini è migrata in controfacciata, creando uno scompenso iconografico enorme (un disastro per la lettura iconografica). 

È stato fatto perché si voleva concentrare le tele relative alla Vergine nel presbiterio, in realtà è un errore che si poteva e doveva evitare. In cosa consiste l’equivoco?
Innanzitutto, la Natività della Vergine c’è già nel presbiterio, di Tiburzio Baldini, ed era inutile metterne un’altra. Secondo, perché quelle non sono storie della Vergine, ma sono storie di Cristo e hanno un senso. E la Natività della Vergine doveva esser di fronte alla Natività di Cristo, da un punto di vista tipologico. Dopo la realizzazione delle ultime tele di Tiburzio Baldini e del Cossali nel 1609, di lì a pochi anni, nel 1617 avviene il grande lavoro decorazione ad affresco e a stucco, realizzato da stuccatori che fanno tutto l’apparato decorativo della chiesa. 

Il programma figurativo di questa parte si può riassumere in questa maniera. Nel presbiterio sono raffigurate tre storie nelle tre medaglie maggiori:
  • Il Sacrificio di Melchisedec
  • Nozze di Cana
  • Madonna col Bambino

Nelle medaglie poste sul cornicione sono raffigurati:
nell’abside; i 4 evangelisti
sui lati del presbiterio; i 4 padri della chiesa d’Occidente e i 4 padri della chiesa d’Oriente
nelle medaglie intermedie; profeti e sibille, e in mezzo il Padre Eterno

Navata centrale, 5 medaglie, andando dall’altare alla facciata; 
Apparizione del Cristo Risorto alla madre (tema rarissimo, quasi mai affrescato)
  • La Pentecoste
  • L’Incoronazione della vergine (al centro)
  • L’Assunzione
  • La Morte della Vergine
Le scene non seguono un ordine logico, ma hanno una sequenza legata all’importanza teologica. 

Verso il presbiterio abbiamo le storie della Vergine in vita, e da dopo la metà le storie della Vergine dopo la morte. Quindi la lettura sarebbe: 
  • Cristo risorto appare alla Vergine, e la Pentecoste.
  • Dopo c’è la morte della Vergine e l’Assunzione, 
  • e al centro il perno è l’Incoronazione. 
Da notare che è un labirinto, perché le medaglie si giocano insieme. Alla prima corrisponde l’ultima, cioè il Cristo risorto che appare alla Vergine è la prefigurazione di Cristo che accoglie la Vergine morta. Le figure del Cristo risorto sono uguali, cioè abbiamo la Vergine che vede Cristo risorto in vita e la Vergine accolta da Cristo risorto in morte. E in più abbiamo da un lato la Pentecoste, che è l’inizio della chiesa sulla terra e abbiamo l’Assunzione della Vergine, che è il passaggio della Vergine alla gloria celeste. Al centro quindi l’Incoronazione. Sono elementi concentrici che servono a illuminare il mistero centrale

Alla stessa maniera con cui gli affreschi della volta del presbiterio servono a illuminare gli episodi evangelici. Quindi
  • 1° livello, le storie della Vergine, 
  • 2° livello, le storie di Cristo, 
  • 3° livello, la spiegazione teologica da parte dei profeti, delle sibille, degli evangelisti e dei dottori della chiesa. 
Cioè tutto quello che sta nella volta serve per interpretare rettamente quello che è stata una storia. Da conoscere e interpretare attraverso il filo ininterrotto che va dall’antico testamento fino alla presenza della chiesa. I padri della chiesa non sono solo dei personaggi dell’antichità, ma sono dei personaggi che garantiscono la continuità del discorso. 

Ecco perchè parliamo di labirinto tortuoso. Il labirinto è un modo per fare entrare pian piano il fedele in chiesa, che prima andava nell’aula, e qui recepiva quelli che erano gli elementi del suo rapporto di chiesa con la Madonna, e poi nel presbiterio aveva il rapporto non solo con la Madonna, ma anche con Cristo, e quindi un rapporto teologico. Un rapporto teologico che era fondamentale nella iconografia che c’era in origine, quando appunto c’era la natività di Cristo in fondo e la natività della Vergine all’inizio. Quindi nell’aula c’era la nascita di Maria come principio della Chiesa, e nel presbiterio c’era la nascita di Cristo come principio della Salvezza. Adesso che c’è la strage degli Innocenti non vuole dire più niente. Purtroppo hanno con leggerezza cambiato l’iconografia. E poi come al solito l’ultima risposta di questo labirinto si ha nella trasmissione di questo messaggio in una storia, che è la storia dei rappresentati, i santi e i martiri, a cui sono o erano dedicati gli altari, ma ad essi è dedicata anche una narrazione, che avviene attraverso la storia del loro martirio e della loro vita, che troviamo nelle cupolette degli altari. 

In totale le medaglie della navata centrale sono 77, quelle del presbiterio sono 32. Senza contare poi quelle delle cupolette delle navate laterali, che hanno almeno 12 medagliette ciascuna (le cupolette sono 10). 

Nelle cupolette delle navate laterali sono dipinte storie riguardanti i santi a cui sono dedicati gli altari. Perché? Nel 1668 con lettera apostolica di Papa Clemente IX i Gerolamini vengono soppressi. L’anno successivo si fanno avanti i Gesuiti che comprano convento e chiesa e comincia a officiare la chiesa a partire dal 5 dicembre 1670, festa di San Francesco Saverio. In questo periodo i Gesuiti compiono alcuni lavori nella chiesa, procedendo soprattutto alla nuova dedicazione di alcuni altari, dedicati ai loro Santi:
  • S. Ignazio di Loyla (oggi scomparso)
  • S. Francesco Saverio (il secondo a destra)
  • S. Francesco Regis (il primo dopo la porta laterale destra)
  • S. Luigi Gonzaga e Stanislao Kostka (terzo altare di sinistra)
  • S. Giuseppe (secondo altare di sinistra, oggi con altra dedicazione)
Questo ha portato un forte squilibrio iconografico rispetto a quelli che sono gli affreschi. Infatti all’altare di S. Luigi Gonzaga per esempio troviamo gli affreschi che riguardano un altro santo ecc.
Nel corso dell’Ottocento la chiesa è stata impoverita a causa dell’asportazione di due delle tele più importanti, portate in Pinacoteca. La pala dell’altare maggiore e la pala dei S. Antonio da Padova, Antonio Abate e Nicola Tolentino (entrambe del Moretto e sostituite da copie). 
Sempre nel corso dell’Ottocento però sono arrivati anche dei lavori importanti come l’altare maggiore in marmo e l’organo Serassi, che è uno dei gioielli dell’arte organaria a Brescia. 
Nel corso del Novecento invece è stata aperta la porta laterale destra che ha portato alla soppressione dell’altare di S. Ignazio (che era l’altare di San Nicola). Dopo il 1961 fu trasferito il dipinto della Strage degli Innocenti di Baldini in controfacciata al posto di quello del Procaccini che fu messo nel presbiterio. 
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