Chiesa San Faustino in riposo
L’ingresso alla chiesa si trova alla base della torre di Porta Bruciata e la sua denominazione ci ricorda un evento miracoloso avvenuto qui nell’XI secolo durante la traslazione dei corpi dei santi patroni che proprio qui avrebbero trasudato sangue.
Essa è legata ad una leggenda, ma dal punto di vista architettonico è una chiesa abbastanza misteriosa. IL suo aspetto è totalmente slegato dalla tradizione costruttiva locale, soprattutto per quanto riguarda la copertura conica, ottenuta con dei laterizi leggermente ruotati in modo da dare un grande senso plastico e decorativo. Son stati fatti dei paragoni con i trulli pugliesi ma più significativamente con l’architettura tirolese. Il nome della chiesa deriva dal fatto che ad un certo punto si decide di traslare le reliquie dei santi Faustino e Giovita che si trovavano nella chiesa di S. Faustino ad Sanguinem (il luogo del martirio) – oggi non più esistente ma corrispondete all’attuale S. Angela Merici – e di portarle al Monastero di S. Faustino Maggiore. Si doveva praticamente attraversare tutta la città ed era Duca in quel momento un certo Namo di Baviera (legato a Carlo Magno) e poiché era particolarmente malato, per dargli la possibilità di vedere le reliquie la processione giunta nel luogo di S. Faustino in riposo si fermò. Le reliquie dei due Santi iniziarono a sanguinare, il Duca ottenne miracolosamente la guarigione, e la processione proseguì. Questo fatto ha determinato due conseguenze:
- la costruzione della chiesa nel luogo dove la processione ha riposato (da cui “in riposo”)
- la donazione del Duca della Croce del Campo alla città di Brescia.
Questo è uno dei tre oggetti che fa parte del Tesoro delle Sante Croci custodita nel Duomo Vecchio nella Cappella delle Sante Croci. È una croce molto simile a quella di Desiderio, un po’ più piccola e interamente in argento, incastonata di gemme. Era una croce reliquario, cioè sono stati trovati all’interno dei frammenti di ossa e delle pergamene con dei versetti della Bibbia e veniva issata sul Carroccio nel momento in cui il Comune di Brescia andava a fare la guerra ai Comuni vicini, che quando vedevano arrivare i bresciani con la Croce del Campo sapevano già di aver perso perché la Croce era famosa e conosciuta per i suoi poteri. In realtà la croce non ha nulla a che fare con Carlo Magno, ma è una croce dell’XI secolo (e non del IX).
Moretto fu incaricato di affrescare l’episodio del Duca Namo e delle reliquie sanguinanti sotto Porta Bruciata, però nel Seicento l’affresco era così ammalorato che fu dato incarico a Bagnadore di realizzarne una copia, tuttora esistente, e che si trova nel palazzo della Loggia salendo lo scalone sulla destra.