Monti di Pietà
Monte Vecchio di Pietà, Aspetto
La lunga facciata, formata da due ali collegate tra loro da una loggetta, rivela una squisita impronta veneziana soprattutto nel corpo centrale, costituito da un elegante portico a 2 arcate, con una fila centrale di colonne che sorreggono le volte a crociera e, nell'ordine superiore, dalla graziosissima loggetta a sette arcatelle che si succedono su sottili colonnine, impreziosita da un balconcino traforato, da una fascia marcapiano con un elegante motivo di scudi araldici e da un cornicione con formelle decorate con candelabri a bassorilievo.
Storia
Eretto precedentemente all'odierna Loggia, tra il 1484 e il 1489. Il Comune aveva ordinato che vi venissero murate le lapidi e gli antichi marmi rinvenuti durante gli scavi per il fondaco del sale (estremità meridionale della piazza) e presso la torre di porta Paganora. Si costituì così il primo museo lapidario d'Italia, ricco di interessanti epigrafi quali quelle dedicate ad Ottaviano e a Germanico o quella con il "signum" della XX legione, probabilmente di stanza a Brescia. Il Vecchio Monte di Pietà, più che un palazzo, era una marmorea facciata destinata a nascondere le catapecchie e le umili botteghe dei piccoli commercianti sorte nel 1433 attorno alla spianata della piazza. Nel'800 si raddoppiò il corpo della Loggetta verso piazza della Vittoria.
Autore
Lo si vuole riconoscere nel milanese Filippo de' Grassi; secondo altri sarebbe stato invece il bresciano Antonio Zurlengo. Al nuovo edificio collaborò probabilmente anche Vincenzo Foppa che intorno al 1490 dipinse la loggetta e il portico con affreschi andati successivamente perduti.
Monte Nuovo di Pietà (1597-1600), Aspetto
Presenta un bel portale di gusto manieristico fiancheggiato da due lesene e coronato da un timpano triangolare su cui poggiano due cariatidi scolpite con molta finezza. E' collegato al Monte Vecchio da un'arcatella sovrastata da una piccola edicola con timpano triangolare.