Visite guidate: campo della Battaglia di Solferino

Ancora oggi è possibile ripercorrere i luoghi di uno degli scontri più tragici della storia mondiale

San Martino e Solferino, la storia

A San Martino e Solferino si gettano le basi di quella che sarà l’indipendenza italiana. Le battaglie di San Martino e Solferino furono non solo decisive per la seconda battaglia di Indipendenza di cui è il culmine e il momento decisivo, ma anche per l’Unità d’Italia. Non dimentichiamo che fino a quel 1859 la strada per l’Unità era stata in salita, costellata da difficoltà, da delusioni cocenti e gravi rovesci

Premesse storiche 

Male erano andati i motti carbonari, non meglio i motti mazziniani, si era rivelata un’illusione la speranza in un Pontefice liberale che potesse risolvere le questioni d’Italia, così come si era rivelata fallace la speranza di una coalizione di Principi che ponesse fine al dominio straniero sulla nostra penisola. La sconfitta di Custoza del ’48 e di Novara del ’49 con il corollario degli altri disastri che ne seguirono (le Dieci Giornate di Brescia, la caduta di Roma, la fine di Venezia) sembravano aver messo un suggello negativo su queste speranze dell’Unità e dell’Indipendenza. I terribili processi del ’51-’52-’55 a Mantova in cui si manifestò in tutta la sua durezza la repressione austriaca sembravano avere posto la parola fine su quella che era stata la grande illusione di indipendenza, unità e libertà della patria. 

Importanza della battaglia 

Eppure qui a San Martino e Solferino il 24 giugno 1859 la storia cambiava direzione, si cambiava pagina, quello che sembrava un’illusione diventava improvvisamente e inopinatamente realtà. Era stato il risultato di una politica saggia e lungimirante di Cavour, i cui cardini erano stati la Guerra di Crimea del ’55, il Congresso di Parigi del ’56, i Patti di Plombiers che portarono all’alleanza franco-piemontese e alla conseguente vittoria della Seconda Guerra d’Indipendenza. L’internazionalizzazione della questione italiana, voluta, pensata e attuata da Cavour si rivelerà la carta vincente
Ecco la grande importanza della Battaglia di Solferino, quella di avere gettato le basi nell’Unità d’Italia di una via che ormai era percorribile, un cammino dal quale non si sarebbe più tornati indietro. Bisognerà aspettare un anno e mezzo soltanto - 1861- per la proclamazione del regno d’Italia, mancherà ancora il Veneto che verrà liberato nel 66’, Roma nel ’70 e dovremo aspettare fino al ’15-’18 per liberare finalmente Trento e Trieste, però la strada era stata ormai irrimediabilmente e fortunatamente segnata
Qui la luce della libertà ebbe il sopravvento sulla tenebra della schiavitù. Questo non va mai dimenticato. E questi luoghi fanno rivivere questi ricordi, è importante ricordarsi ciò che è avvenuto, perché forse in questo modo ci resterà più caro il ricordo della libertà, e apprezzeremo di più questo grande dono del quale tante volte ci dimentichiamo e del quale tante volte abusiamo. 
San Martino e Solferino sono la pietra miliare del Risorgimento italiano, pietra miliare che non è certamente e solamente un evento bellico, ma avvenimento propedeutico alle varie brillanti e positive conseguenze che portarono in breve tempo alla costituzione del regno d’Italia. I plebisciti, le sollevazioni, la formazione di governi provvisori da parte di amici liberali di Cavour, la stessa iniziativa di Garibaldi nascono da Solferino e San Martino. 

Figura di Cavour 

Camillo Benso di Cavour fu il più grande statista europeo del suo secolo, infatti, grazie alla Guerra di Crimea del ’53, alla partecipazione trionfante al Congresso di Pace di Parigi del 1856, con gli incontri e i patti segreti di Plombiers del 1858, con la fine tessitura diplomatica che portò all’alleanza determinante e necessaria con la Francia di Napoleone III, Cavour seppe aggiungere la causa ideale italiana al nodo decisivo di Solferino e San Martino. 

Campo della Battaglia 

La battaglia chiamata genericamente di Solferino e San Martino si svolse in realtà in un campo molto vasto, oltre 230 km quadrati. Dall’analisi del ritratto psicologico dei tre sovrani combattenti (il Re d’Italia Vittorio Emanuele II, il re francese Napoleone III, l’imperatore austriaco Francesco Giuseppe) si constata con amarezza che sia l’alleato che il nemico nutrivano un sovrano disprezzo nei confronti degli Italiani
Disprezzo che accompagna gli Italiani anche in questi giorni e contro il quale si fa poco per vincere. Sarebbe opportuno che anche il popolo italiano prenda coscienza di essere una nazione, di essere un popolo, di avere una storia e una tradizione e un orgoglio nazionale da difendere. Connaturato nell’uomo è il desiderio di onorare i morti, e soprattutto coloro i quali hanno fatto sacrificio delle loro vita per difendere la patria. Il Foscolo in uno dei suoi carmi dei Sepolcri chiude con questi versi: “E tu, onore di pianti, Ettore, avrai, ove sia santo e lacrimato il sangue per la patria versato, e fin che il sole risplenderà sulle sciagure umane. E possa una rinnovata civiltà dell’uomo illuminare la tenebra incombente e indicare la via della luce”. 
Solferino è una delle 4 battaglie europee che hanno cambiato il corso della storia in Europa:
  • Marengo
  • Waterloo
  • Solferino
  • Sédan

Svolta storica 

Qui la storia d’Europa è girata! Poteva andare da una parte, e invece è andata dall’altra. Perchè fu abbattuta quell’egemonia austriaca che si era instaurata nel 1714, sulla Lombardia, poi sul Veneto come domini diretti. 
Ma l’Austria aveva la linea strategica dal Brennero attraverso i Ducati asburgici fino al Tirreno. Con Solferino tutto questo sparisce. La Lombardia avrà il suo destino nella patria italiana, così i Ducati di Parma e Modena, così il Granducato di Toscana. L’Austria è respinta sempre più verso il continente. Non solo, ma Napoleone III aveva come scopo quello di rompere l’alleanza più o meno santa che aveva abbattuto lo zio Napoleone I. E allora combatte sì per l’Italia ma per abbattere l’Austria che era stata l’anima continentale di questa alleanza santa. 
Napoleone III aveva dei trascorsi italiani, aveva partecipato ai motti di Romagna col fratello. C’è quindi un legame sentimentale per l’Italia e questi due motivi combinandosi insieme, ben sfruttai da Camillo di Cavour, portano all’alleanza con il Regno di Sardegna. Un’alleanza che si gioca sui campi di Lombardia, a Solferino. 

Memoria per il futuro 

Non commettiamo l'errore di considerare i fatti storici lontani da noi: noi camminiamo sulla storia, è connaturata in noi. Le battaglie furono tante, ma quelle che veramente hanno dato giri e orientamenti completamente diversi alla storia d’Italia, d’Europa, e qualche volta del mondo sono poche. Abituiamoci a coesistere con la storia, a sentirci compartecipi di grandi avvenimenti, di eventi che hanno profondamente inciso sulla vita delle nazioni, degli Stati e del mondo. È per questo che Solferino si deve ricordare. Bisogna alimentare questa memoria perché se non abbiamo memoria, se non ci ricordiamo di un passato, con le sue luci e le sue ombre, nel bene e nel male, che cosa ricordiamo? Senza memoria non si può vivere. A Solferino si è messa la prima pietra di quel patrimonio nostro che è inalienabile ed irrinunciabile: l’unità nazionale!
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