Un tuffo nel Medioevo

Tra Veneto e Lombardia

Castello di Ponti sul Mincio


Fu uno dei tanti castelli Scaligeri, costruito per ovvi motivi su un rilievo sopraelevato, così da potere controllare il Mincio e il territorio circostante; si tratta di un recinto fortificato usato in epoche recenti come campo coltivo o sportivo, ma che ancora oggi conserva alcuni elementi caratteristici

Caratteristiche 

Uno dei tratti salienti più evidenti sono gli spigoli delle torri, realizzati a denti di sega, una tecnica che riusciva a determinare una maggiore compostezza e solidità, così come anche le torri scudate, che qui sono quasi tutte quadrate tranne una angolare. Si tratta di torri chiuse all'esterno ma aperte all'interno per consentire almeno due vantaggi. In primo luogo se gli attaccanti fossero entrati all'interno del Castello non potevano asserragliarsi all'interno della torre essendo questa aperta verso l'interno, e in secondo luogo sarebbe stato possibile passarsi da un piano all'altro le munizioni e le armi, rendendo la fortificazione più efficiente. Quella che può sembrare una torre a metà è quindi in realtà uno strumento difensivo molto potente. Infine, un'altra particolarità del Castello sono le due torri chiuse: una la è sempre stata poiché costituiva il mastio, mentre l’altra fu chiusa successivamente per collocarvi l'orologio pubblico. La parte principale del Castello era costituita dalla zona dove ci si poteva trincerare in caso di attacco nemico; sussiste ancora oggi l'antica porta dotata di ponte levatoio e un rivellino utile a proteggere in modo doppio l'ingresso. Mentre il mastio era l'unica torre chiusa da tutti i lati perché doveva costituire una sorta di ultimo rifugio in caso di attacco. Poi c'era il Corpo di Guardia, la zona dove dormivano i soldati; si riconoscono ancora i resti di ulteriori ambienti di cui si sa poco. 

Origini e storia

Probabilmente risale al periodo di Leonardino della Scala che tutti chiamavano Mastino; e dopo di lui quasi tutti gli scaligeri avranno un nome che fa riferimento a dei cani. Avremo appunto Cansignorio, Canfrancesco, che diventerà Cangrande, quello che aiuta i Gonzaga nel 1328 a conquistare la città. E poi avremo ancora un altro Mastino. Gli Scaligeri sono Ghibellini, fedeli all’Imperatore e costruiscono tutta una serie di castelli in questa zona, tentando di costruire un serraglio, una fortificazione a protezione dei loro domini. Gli Scaligeri dureranno però poco rispetto ai Gonzaga. 

Un castello medievale come questo dopo l’invenzione dell'artiglieria pesante perderà ogni senso. Nel Medioevo invece serviva a protezione degli abitanti che potevano venire dentro al castello in caso di attacchi barbarici. Per gli Scaligeri era invece uno strumento di difesa, un posto di frontiera. Un tempo esisteva un lungo camminamento che correva lungo tutte le mura; sono ancora visibili i merli con copertura a capanna. In realtà essendo gli Scaligeri Vicari Imperiali, i merli dovrebbero essere Ghibellini, non sappiamo però che forma avessero originariamente, le alleanze cambiavano così velocemente che è impossibile basarsi solo sui merli per capire a che potenza fosse alleata la famiglia, se il Papa o l'Impero. Da notare infine le feritoie, da cui si può osservare il paesaggio esterno e utilizzate un tempo dai soldati a presidio del castello di Ponti sul Mincio, che infatti non sarà mai preso e conquistato dai Mantovani, ci vorrà Napoleone per portare Mantova qui a Ponti sul Mincio e annettere il borgo alla Lombardia. Oggi il Castello è il simbolo del paese; chi arriva in questa zona non può fare altro che guardare in alto ed ammirare le mura di un castello che ci ricordano di lotte fra Mantovani e Veronesi per il possesso di queste terre.
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