Dante e le Stelle
Leggendo la Divina Commedia si capisce la simbologia forte dell'astrologia; soprattutto il valore che Dante dà alle stelle, che va al di là del dato strettamente astronomico, o un dato in chiave romantica. Per Dante le stelle sono una vera e propria guida. Alcuni paragonano la Divina Commedia ad un manuale di astrologia. Dante era figlio del suo tempo, e quindi per lui l’astrologia non era un diletto o una dottrina esoterica, ma vera e propria materia di studio, come la fu per tutta Europa fino all’Illuminismo. Che valore ha avuto l’astrologia nell’Italia medievale? E quali può avere ancora oggi?
Astrologia esoterica
L’Astrologia evolutiva o esoterica si occupa della conoscenza del sé, la propria anima. La conoscenza personale diventa una crescita personale, quel tipo di lavoro che in Dante viene perfettamente evidenziato. L’astrologia non è assolutamente previsionale; in quanto scienza è una interpretazione, a volte tecnica, a volte dettagliata, di alcuni aspetti molto profondi che sono già dentro di noi. Riassumendo l’astrologia evolutiva è la scienza dell’anima, dell’io più profondo, che va a spiegare qualcosa di ancora più profondo che è quello che siamo noi.
Viaggio di Dante: si parte in Ariete
Dante fa iniziare il suo viaggio col primo segno, vale a dire con l’Ariete: il 25 marzo del 1300. Cosa significa? L’Ariete coincide con l’equinozio di primavera, è un segno cardinale (gli altri sono i fissi e i mobili). I 4 segni cardinali corrispondono ai 4 momenti cardine di un anno. Quindi l’Ariete all’equinozio di primavera, il Cancro al solstizio d’estate, la Bilancia all’equinozio d’autunno e il Capricorno il solstizio d’inverno. E quindi far cominciare un viaggio, o una qualsiasi iniziativa, culturale o di altro genere, sotto il segno dell’Ariete, vuol dire considerare degli auspici favorevoli a questo viaggio, proprio perché è l’inizio. Noi facciamo cominciare il nostro anno a gennaio, ma in realtà l’inizio dell’anno andrebbe fissato proprio con l’equinozio di primavera.
A Roma, durante l’epoca repubblicana e imperiale, l’anno militare iniziava il 25 marzo, vale a dire che si dava inizio alla campagna militare: venivano trasportati i labari dalla Porta di Giano con i Carmen Saliari di Marte. Marte che governa l’Ariete e quindi c’è una connessione simbolica.
Dante Alighieri sceglie consapevolmente di fare iniziare la Commedia sotto il segno dell’Ariete. In astrologia esoterica evolutiva significa che ha incominciato il ciclo di evoluzione, quindi un po’ come il percorso di Ercole che rappresenta il percorso astrologico delle 12 prove, Dante incomincia dall’Ariete a fare la prova più significativa, quella di comprendere chi è davvero. L’Ariete rappresenta la spinta primordiale, l’inizio, il primo guerriero che scende in battaglia. Colui che si disciplina, ma rappresenta in sé la volontà di manifestarsi come essere esistente. Dante ci sta dando questa informazione: questo atto di volontà per comprendere chi è. Dante intraprende il suo viaggio con grande intensità, ed è l’inizio del suo sacrificio, tanto è vero che lui all’inizio muore negli Inferi per poi elevarsi, un aspetto più grande. L’Ariete poi in sé diventa il primo segno che parla di mente, di volontà, di disciplina della mente, infatti il governatore esoterico dell’Ariete diventa Mercurio, il signore della mente, delle forme pensiero, e delle idee. Per questo la vera disciplina dell’Ariete non è tanto quella fisica, ma mentale, per poter proseguire nella sua iniziazione, nel suo processo iniziale. Il fatto che l’Ariete sia il primo segno ha anche una logica all’intero dello zodiaco; si parte con l’Ariete che è il segno dell’Io, dell’individuo, e si arriva ai Pesci, che è il segno della sintesi universale, in cui l’Io si smaterializza. Che è poi lo stesso percorso implicito nelle 12 case zodiacali, che partono dalla prima casa alla dodicesima. Quindi quando si parte dall’Ariete si suppone che si debba poi affrontare tutti gli altri segni, inglobarlo per vivere tutte le altre case e vivere per arrivare alla fine e junganamente liberarsi dall’Io arrivare al sé. Quindi trovare anche questa connessione con l’oltre, rappresentata dai Pesci, che sono il segno della trascendenza, l’ultimo segno, e dalla dodicesima casa. quindi sicuramente è un percorso che porta l’individuo a maturare e anche a liberarsi contemporaneamente di sé stesso, di certe convinzioni, con cui l’Ariete, essendo il primo dello zodiaco, tendenzialmente nasce e va avanti. È un segno che fa più fatica di altri a equilibrarsi con gli altri, è un lavoro più imponente che deve fare, rispetto invece al segno dei Pesci che già nasce con una connessione particolare. Il fatto che Dante parta dagli Inferi, dalle porte dell’Inferno, dalla selva oscura, per poi riconnettersi con la visione dell’”amor che move il cielo e le altre stelle”, che è la visione di dio e del mistero, può essere rapportato con il concetto di viaggio: dall’io a dio.
Segno zodiacale di Dante
Dante ci offre anche un altro dettaglio, molto forte. In alcuni passi offre dei riferimenti su delle specifiche astrologiche, che nel Medioevo valeva a dare delle indicazioni intime di sé stesso e della propria natura. Dante ci regala nel Canto XXII del Paradiso il segno della sua nascita, affermando esplicitamente di esser nato sotto il segno dei Gemelli. Ed egli riconosce ai Gemelli l’origine del suo ingegno, poiché il segno è governato da Mercurio, l’intelletto. Cosa vuol dire infatti essere di un segno piuttosto che di un altro? Cosa significa avere un Ascendente piuttosto che l’altro? I riferimenti basilari di una persona sono il Sole, l’Ascendente e poi anche la Luna, che costituiscono i tre cardini della personalità. Nascere sotto a un segno significa appartenere a una famiglia zodiacale che ha una simbologia che la riconnette profondamente. Sono persone che pure nella differenziazione dei loro percorsi di vita, del loro piano astrale, del loro tema natale, hanno comunque delle simbologie comuni che nella loro vita manifestano. E i Gemelli sono da sempre un segno connesso a Mercurio, il messaggero degli dei, che presiede all’eloquenza, e che in qualche modo è il dio del commercio, e collegato anche ai ladri nella sua versione più negativa. Ma nel suo aspetto positivo è il dio dell’eloquenza e della comunicazione. Quindi Dante riconosce questa caratteristica del segno in quella dei Gemelli, che è quella che è anche la sua vocazione, quindi lui attraverso la parola, attraverso l’appartenenza a questo segno compie questo viaggio, che magari un altro segno, ad esempio lo Scorpione, avrebbe svolto in maniera diversa (perché cambia la simbologia). Un Capricorno non avrebbe mai scritto la Divina Commedia, avrebbe fatto lo stesso viaggio in maniera diversa, molto più essenziale e sintetica. Ai Gemelli spetta questo compito, di comunicare, di annunciare, di trasmettere, di collegare il messaggio divino all’uomo. Una funzione prettamente mercuriale. Mercurio simbolicamente è legato anche alle farmacie e alle medicine, e ha delle valenze alchemiche; c’è tutta una storia di trasformazione collegata al simbolo di Mercurio. Dante fa propria tutta questa simbologia e ne è riconoscente. L’influenza del pianeta non viene vista da Dante come negativa. Ed è in questo che consiste il libero arbitrio dell’uomo di sviluppare le caratteristiche del segno in una certa maniera. In tempi molto antichi c’era una certa astrologia che definiva il negativo e il positivo e affermava che non fosse possibile eluderne le influenze nefaste. Non è assolutamente così.
Segno, Ascendente e Luna
Nel Canto XXII Dante si trova nell’ottavo cielo. Quindi indica come il poeta sta elevando in ottava il suo sentire Gemelli. Il governatore esoterico dei Gemelli è Venere; non è il segno della dualità come solitamente si dice, ma della connettività e connessione dell’essere presente tra le varie dualità. In questa dualità c’è Venere, che è il principio di unione per eccellenza. Dante sta facendo un passaggio di ottava, sta iniziando a connettere in maniera più profonda il sentire con l’anima e il sentire col cuore. Dante spiega che grazie al Sole nei Gemelli ha avuto le capacità di poter manifestare, scrivere, raccontare quello che sentiva. Il suo vero servizio era dare un servizio, e il segno del Sagittario diventa la guida, colui che mostra la strada che dovrà essere percorsa dal segno del Capricorno. In sintonia col primo canto della Commedia:
“Nel mezzo del cammin di nostra vita”, non scrive di mia vita. Dante vuole comprendere il lettore, ci coinvolge nel suo viaggio perché parlando di sé sta parlando di tutti noi. Nel Cante XXII Dante diventa il Gemelli evoluto, colui che ha connesso il suo sentire con quello che manifesta. Come? Dando un obiettivo più profondo alla sua opera. Con la sua dichiarazione di amore verso il segno dei gemelli dimostra di esser stato puro di cuore.
Quando Dante riguarda il percorso che ha fatto su indicazione di Beatrice, rivede il percorso del moto dei 7 pianeti, e afferma che la Luna non ha più macchie, sottintendendo che le macchie erano nei suoi occhi e non nel pianeta reale. La Luna che significato ha? L’ascendete e la Luna che significati hanno?
L’ascendente rappresenta il modo in cui appare agli altri, come gli altri ci codificano, il nostro temperamento, che è diverso dal carattere. Il Sole rappresenta la coscienza del proprio carattere, e un ascendente che rappresenta l’individuo fisicamente ed è un temperamento, elemento primordiale. Un ascendete dolce come un pesce o un Cancro può ingannare se poi si è dell’Ariete o dello Scorpione. Per quanto riguarda la Luna il discorso è ancora più complesso, perché ha una simbologia molto vasta, rappresenta la parte femminile, che esiste all’interno non solo delle donne, ma anche dell’uomo. Rappresenta l’inconscio, l’infanzia, l’acqua, il mondo interiore e onirico. Un mondo non facile da codificare; è più facile che uno sia cosciente della propria conformazione solare, compito e missione, di quello che il Sole rappresenta nella sua vita, rispetto alla Luna, che può agire come un’ombra e quindi essere più condizionante. Diventare consapevoli della forza lunare che abbiamo dentro implica avere un’arma in più, soprattutto a titolo creativo e di sensibilità. La Luna è un astro recettivo, e implica un percorso non semplice di cognizione. per la donna la Luna è importante quanto il sole e rappresenta la sua femminilità. Per l’uomo rappresenta la proiezione: le figure femminili che Dante incontra sono le proiezioni della sua Luna. La Luna per l’uomo rappresenta la donna ideale o idealizzata. Per l’astrologia evolutiva e soprattutto esoterica la Luna rappresenta oltre che la parte femminile e profonda, anche le nostre ombre e paure, la zona di confort, tutto ciò che non vogliamo lasciare andare. Rappresenta il primo retaggio recente karmico. In qualche modo la Luna è una maestra: ci mostra le nostre ombre per poterle risolvere. Scontrarsi con queste ombre diventa complicato, vedere l’insegnamento che sta dietro alle nostre paure è molto difficile. Capire che dietro alle ombre c’è in realtà della luce proiettata è molto difficile. Quando Dante vede la Luna senza macchie ci sta dicendo di un cambio di punto di vista. Quando era sulla terra era misero e proiettava le sue macchie sulla Luna, ma ora che si trova in Paradiso, sopra la Luna, nota che è perfetta. Il Poeta sembra aver fatto pace con sé stesso, con la sua parte femminile, ed ha fatto pace con le sue ombre, non vedendo più le macchie, ma vede solo la bellezza. La Luna rappresenta alla fine Francesca di Paolo e Francesca, Cunizza in Paradiso o Beatrice stessa; tutti volti della sua Luna, e quindi riferendosi ad una Luna senza macchie si deve intendere una donna senza macchie, perfetta, rappresentata da Beatrice, la sua guida all’interno del Paradiso.