Visite guidate alla Camera degli Sposi

Nella Camera Picta di Andrea Mantegna

Camera degli Sposi

Con la visita guidata capirai che fu la prima meraviglia di casa Gonzaga che di lì a poco assieme a tante altre meraviglie avrebbero accresciuto le ricchezze del Palazzo Ducale. Un antico dispaccio la definiva “la più bella camera del mondo”. E indubbiamente la Camera Picta. Questo il nome con cui viene indicata nei documenti ufficiali, rappresentava allora come oggi un capolavoro universale. La stanza venne adattata rialzando il soffitto per contenere gli affreschi che il Mantegna eseguì tra il 1465 e il 1474 su commissione di Ludovico II e la moglie Barbara di Brandeburgo. 

Difficile dire quale sia l’aspetto che affascina di più di questa visita guidata, se quella maniera di presentare la dinastia Gonzaga quasi come un ritratto di famiglia o il gioco magico della prospettiva del soffitto. La Camera degli Sposi è un ambiente di piccole dimensioni, con due pareti interamente ricoperte di pitture dai colori luminosi, mentre sulla volta dorata, quasi a bucarla, si spalanca il famosissimo “trompe l’œil”. 

Le fanciulle curiose al balcone 

Da una balconata si affacciano alcune fanciulle: da una parte tre giovani dall’aspetto plebeo, forse cameriere (una delle quali si sta pettinando), si sporgono con sguardo curioso; dall’altra una donna con un’elegante acconciatura è vicina alla sua negretta avvolta in un turbante di seta a righe. Il contrasto dei colori è di grande effetto. Tanti piccoli putti giocano arrampicandosi pericolosamente sulla balaustra. Il cielo, sul quale scorrono bianche nuvolette, è proprio sopra di noi e sembra quasi di sentire un alito di vento mentre le fanciulle affacciate alla balaustra sono lì spettatrici ideali di quello che succede nella sala. E osservano, come in un gioco infantile, noi con lo sguardo rivolto all’insù. 

Il più bel ritratto di famiglia del Quattrocento

È un grande ritratto storico quello che il Mantegna raffigurò nella Camera degli Sposi. Durante la visita guidata vedrai, sulla parete principale, quella che sovrasta il camino,  la scena che viene normalmente chiamata “La Corte”. La famiglia è ritratta al completo: il marchese Ludovico, seduto di lato mentre commenta una lettera che gli porta un segretario, è il protagonista, ma anche la moglie Barbara di Brandeburgo, dalla ricca veste, occupa una posizione centrale. La marchesa tiene alla sua destra la figlia Paola, mentre Rodolfo, il figlio prediletto, sta in piedi dietro alla nobildonna. In secondo piano si vede l’altra figlia Barbarina. E poi altri figli, nipoti e dignitari, la nanetta di corte e persino il fedele cane Rubino accovacciato sotto la seggiola di Ludovico, tutti rappresentati con un verismo affettuoso carico di concretezza

L’incontro tra padre e figlio 

Come in un reportage fotografico a colori, nella parete nord, detta dell’Incontro tra Ludovico e il figlio Francesco, avvenuto sulla strada che da Mantova porta a Milano. Francesco, diciottenne e di fresca nomina cardinalizia, tornava da Milano, dove si era recato a rendere omaggio al suo protettore, il Duca Sforza. Mentre il padre invece vi si stava recando per urgenti questioni politiche. Il Mantegna ha voluto immortalare in questo affresco il gesto di Ludovico, che, incontrando il figlio, scende da cavallo e in segno di umiltà di fronte agli abiti cardinalizi si reca a salutarlo. Al di là dell’episodio storico, l’incontro tra padre e figlio diventa ancora un pretesto per un ritratto della famiglia Gonzaga, questa volta solamente al maschile. Infatti, oltre a loro sono rappresentati il futuro marchese Francesco II, gli altri figli di Ludovico, gli amici e potenti protettori della famiglia. Sullo sfondo appaiono i ruderi di Roma antica, Tivoli e Palestrina, che diventano un omaggio e un riferimento ideale al centro della Cristianità. Nell’altra parte della parate altri cortigiani, palafrenieri, cani e cavalli popolano la scena sullo sfondo di una vegetazione lussureggiante. 

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