Visita al Museo Croce Rossa a Castiglione

E' il primo e quindi il più storico Museo al mondo aperto in nome di questa nobile organizzazione

Museo Croce Rossa a Castiglione

Uno dei luoghi da visitare se ci si trova a passare nei pressi di Mantova o del Lago di Garda è il Museo della Croce Rossa a Castiglione delle Stiviere, soprattutto se si è interessati alla storia della Croce Rossa Internazionale. Qui, infatti, sono raccolti i documenti storici che attestano la nascita della Croce Rossa nonché i ferri chirurgici usati per la cura dei feriti durante la Seconda Battaglia d’Indipendenza per arrivare atttraverso un percorso suggestivo alla storia moderna, vale a dire quello che fa la CRI oggi nel mondo. Il palazzo che accoglie il Museo è del 1780, ricevuto in dono dal Comune, che a sua volta lo ha dato in concessione alla Croce Rossa. 

Perchè visitare il Museo 

Visitare il Museo della Croce rossa di Castiglione è molto emozionante perchè vi si trovano esposti gli oggetti che risalgono a quando si accese nella mente di Henry Dunant l'idea di creare un'organizzazione composta da volontari. I reperti che si trovano all'interno del museo sono riferiti soprattutto alla Battaglia di Solferino e San Martino del 24 giugno 1859. All'indomani dello scontro le condizioni dei soldati furono tra le più terribili: marce forzate, strade polverose, sete, fame, notti all'addiaccio. I feriti erano un peso e la sanità dell’epoca grandemente inadeguata. Del resto i numeri parlano da soli: per 2000 soldati era previsto un solo medico, ma per lo stesso numero di cavalli erano presenti 3 veterinari; i cavalli erano importanti perché servivano alla Cavalleria durante l’ultima fase della battaglia oltre che ad essere una fonte di cibo. 

La Battaglia di Solferino

La Battaglia causò un impoverimento totale della popolazione locale: furono requisiti di animali domestici e cibo per sfamare i 300 mila soldati e il fieno fu usato per i cavalli mentre le donne del posto venivano reclutate per cucinare alle truppe. E tutto senza nessun risarcimento.  La battaglia di Solferino fu la seconda più sanguinosa dopo quello di Waterloo. Il giorno della battaglia a Solferino ci furono 40 mila feriti e 10 mila morti, ma poi a questi numeri vanno aggiunti quelli che son morti dopo e quelli che morivano per le condizioni igienico sanitarie inadatte: dissenteria, tifo, febbri gastriche, colpi di sole, infarti. La Battaglia fu una vera rivoluzione in fatto di armi da fuoco: per la prima volta vennero messi in campo dai Francesci i cannoni a canna rigata.  Inoltre i Francesi usarono anche i moschettoni a canna rigata, il cui proiettile raggiungeva una traiettoria più lontana e precisa ed entrava nel corpo con una violenza tale da far scoppiare l’osso rendendo impossibile la cura dell'arto ferito. 

Cosa si può vedere nel Museo della Croce Rossa: 

Tra i vari reperti della battaglia del 1859, son stati esposti:
  • Due diversi tipi di proiettili: quelli rotondi usata nei fucili a canna liscia, quelli ad ogiva rigati per i fucili a canna rigata, micdiali, poichè quando entravano nel corpo esplodevano causando danni irreparabili;
  • Ferri chirurgici: qui sono esposte delle fresine azionate da un trapano a manovella per perforare il cranio e togliere il proiettile conficcato. Il tutto avveniva senza anestetico, che era riservato solo ai Generali. Il cloroformio esisteva, ma durante la battaglia non ce n’era a sufficienza per tutti e l'unico anestetico restava l'estremo dolore dolore;
  • Termometri: per misurare la temperatura dell’acqua per le amputazioni;
  • Cristere per immettere fumo di tabacco all’interno del corpo: era come una droga che ributtava sul campo di battaglia i soldati stremati per le ultime ore di vita;
  • Boraccia: contenitore di polvere da sparo;
  • Fornellini: servivano per disinfettare l’ambiente con la formalina, in quanto si pensava che fossero i miasmi dell’aria a dare le infezioni. 
  • I medici dell’epoca fecero centinaia di amputazioni in pochi giorni, ma i solditai morirono ugualmente, come per esempio il Generale Auger di cui qui è esposta la barella usata per soccorrerlo e si riconosce in evidenza la macchia del suo sangue. Nonostante l’amputazione, dopo 4 giorni un Generale morì di cancrena e fu sepolto nel cimitero di Catsiglione. 
Oltre che alla battaglia di Solferino, alcune stanze del Museo della Croce Rossa di Castiglione sono dedicate alla prima e seconda guerra mondiale dove si possono vedere proiettili estratti dai corpi dei feriti, bombe a mano, mine anti uomo, mine anticarro e un bel video che ci mostra cosa Alberto Cairo sta facendo da anni in un ospedale in Afghanistan. 
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