Un borgo ricco di storia, arte e cultura

Tesori Sconosciuti

Volta Mantovana e la Beata Paola Montaldi



Volta Mantovana è un suggestivo paesino posizionato a metà strada fra Mantova e il Lago di Garda, si trova nella zona sud collinare dell’alto mantovano a circa 20 km dal lago ed è il primo paese che dalla pianura si innalza sulle colline moreniche. Le sue caratteristiche principali sono quelle di essere un borgo ricco di storia, di possedere un palazzo storico di origine gonzaghesca, Palazzo Gonzaga Guerrieri, oggi sede del Municipio e di esser stato teatro del Risorgimento italiano. Svariate sono le ragioni meritevoli di una visita guidata a Volta Mantovana: la bellezza e salubrità dell’ambiente, per la ricca storia, per rendere omaggio al corpo della Beata Paola Montaldi e per la sua gastronomia (il piatto tipico locale sono i capùnsei). 

Palazzo Guerrieri Gonzaga in Volta Mantovana 

Palazzo Gonzaga Guerrieri è un palazzo storico della seconda metà del quattrocento, ricco di affreschi e soffitti lignei. Le decorazioni interne vanno dal Quattrocento al Novecento. Dietro sorge uno splendido giardino all’italiana. Da qui son passati personaggi illustri del Risorgimento italiano. Fu voluto dai Gonzaga come residenza di compagna per sfuggire al clima torrido e malsano della città, soprattutto nei periodi di pestilenze. Una tradizione che proseguì fino ai primi del Novecento quando i signori di Mantova si recavano a Volta per l’aria buona. In successione il Palazzo fu prima dei Gonzaga, poi dei Guerrieri Gonzaga e infine dei Gonzaga nuovamente. Inoltre, nel palazzo transitarono:
  • Napoleone I prima della Battaglia di Arcole nel veronese
  • Il Re Carlo Alberto durante gli scontri del 1848 
  • Francesco Giuseppe I, Imperatore d’Austria, prima della Battaglia di Solferino del 1859
  • Napoleone III e Vittorio Emanuele II dopo la Battaglia di Solferino 
  • Il Duca d’Aosta durante la Battaglia di Custoza del 1866
  • Vittorio Emanuele III e la regina Elena durante le grandi manovre. 

L'antico Castrum medievale

Di recente è stato restaurato l’intero complesso delle mura che ricorda le origini del castrum. Esso rappresenta il centro fortificato attorno al quale si è sviluppato il paese. Sopravvivono i resti del recinto e del mastio del castello. È il nucleo più antico del borgo, presumibilmente di origine matildica. I primi documenti su Volta risalgono al 1053 e 1073 quando Beatrice e Matilde di Canossa donano il castello al Vescovo di Mantova. 
Il castello era fortificato e costituiva l’ultima roccaforte dei Canossa a nord e perciò si trovava ai confini con l’Impero. E proprio qui avvenne la battaglia nel 1081 tra le truppe di Matilde contro quelle dell’Imperatore Enrico IV. Matilde viene sconfitta qui a Volta, e l’Imperatore scomunicato sarà costretto ad andare a chiedere perdono a Canossa. 
Il borgo fortificato di Volta diventa libero Comune, passa sotto le signorie mantovane prima dei Bonacolsi e poi dei Gonzaga, ma non entra mai nell’orbita veronese, come la vicina Monzambano, che fu dapprima scaligera e poi veneziana. Volta costituì sempre il confine a nord dei possedimenti mantovani. Il paese nasce nel suo nucleo originario prima internamente alle mura del castrum, per poi espandersi con successivi insediamenti attorno alle mura e in varie frazioni nelle campagne. 

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maddalena

L’edifico attuale è il risultato di diverse trasformazioni, in parte ancora oggi visibili. Tra il 1053 e il 1073 nacque la pieve romanica, di cui restano solo piccole tracce. La navata centrale è cinquecentesca, le cappelle laterali sono settecentesche, le vetrate in controfacciata sono del 1966. Gli interventi furono molteplici. 
La dedicazione della chiesa era originariamente a Santa Maria, poi a San Pietro, poi San Pietro e Santa Maria Maddalena, ed oggi è solo Santa Maria Maddalena, ben raffigurata nella pala d’altare di Pietro Rotari del 1781. 
Internamente si conservano due affreschi strappati dalla cappella di Sant’Antonio che facevano parte della pieve romanica e meritevole è lo splendido paliotto in scagliola del Seicento, mentre le diverse Cappelle in marmo son quasi tutte settecentesche. 
La Cappella della Beata Paola è invece seicentesca, fu realizzata come ex voto. Nel 1630 di qui passarono i Lanzichenecchi e in quell’occasione l’Arciprete Dionisio Maltini fu trafitto sul sagrato da una spada, sopravvivendo. Decise quindi di fare erigere questa cappella dedicata alla Madonna del Rosario in segno di gratitudine per esser scampato all’archibugio del soldato. Restaurata di recente, essa è stata riportata alla sua bellezza barocca originaria ed oggi splende di ori e stucchi. 

La Beata Paola Montaldi

Paola Montaldi nasce, secondo autorevoli filosofi, a Montaldo di Volta Mantovana nel 1443. A 15 anni veste l'abito delle suore Clarisse del Monastero di Santa Lucia in Mantova dove muore il 18 agosto del 1514 dopo 56 anni di vita claustrale. E il 26 settembre 1813 l’urna con le spoglie mortali della Beata Paola Montaldi giunge finalmente a Volta Mantovana al termine di un lungo pellegrinare che l'ha portata a causa delle soppressioni dei monasteri dal convento di Santa Lucia a quello di Santa Caterina, poi da Santa Caterina a San Vincenzo infine da San Vincenzo alla cattedrale, da qui al paese natale attraverso Marmirolo e Goito.  
Narra Don Giulio Martini, curato di Volta, che insieme a Don Cesare Boselli accompagna alla Sacra spoglia: “Il giorno 26 partimmo da Goito preceduti da una lunga e devota processioni che in un modo assai edificante ci accompagnò sino ai confini della nostra parrocchia di Volta. Indescrivibile il giubilo e religioso trasporto del Popolo della Volta che vedendoci venire, stando sulle alture dei Monti discese ad incontrarci”.
La comunità di Volta decide di accogliere la Beata Paola nel luogo artisticamente più bello e più carico di devozione, vale a dire nella cappella della Beata Vergine del Rosario che per l’occasione viene restaurata è arricchita di colori e di oro. 
Ma col passare del tempo, pur rimanendo forte la devozione dei voltesi verso la loro Beata concittadina, il cui culto è riconosciuto da Papa Pio IX nel 1866, la cappella subisce ridipinture che via via nascondono agli occhi dei fedeli affreschi e dorature. Nel 1910-1912 è ridotta in miseria condizione. Volendo i voltesi solennemente celebrare il primo centenario della traslazione da Mantova a Volta e il quarto dalla nascita si impegnano, nonostante le precarie condizioni economiche, a rinnovare la Cappella, affidandosi alle mani di esperti pittori, decoratori ed oratori per riportarla alla sua bellezza originaria. 
Nell'occasione scrive il parroco Don Cesare Ferrari: “nello scrostare si trovarono fatti ad affresco le Beatitudini di cui si è avuta ogni cura non solo della conservazione ma anche delle opportune riparazioni. Anche sull'ultima parte della calotta ci dovevano essere degli affreschi, certe allegorie in onore di Maria Santissima del Rosario alla quale era dedicata la cappella, ma si trovarono così sciupate dall'umidità e dal tempo che fu impossibile rimetterle”
In anni recenti, in occasione del secondo centenario del trasferimento della Beata Paola a Volta e nel quinto centenario della nascita al cielo, dopo quasi due anni di restauro, la cappella della Beata Vergine del Rosario è tornata a un suo originario e inatteso splendore, restituendoci uno dei più affascinanti esempi di barocco in area mantovana. La cappella della Beata Vergine del Rosario, costruita con le elemosine nell'anno del Signore 1636, è dedicata a Don Dionisio Maltini, Arciprete di Volta dal 1623 al 1662, che ne ha curato l’erezione, come si legge nell'iscrizione posta sul piedistallo dell'altare.
Affreschi e tele del primo settore celebrano la vita di Maria, mentre la pala, attorniata dai quindici misteri, presenta la vergine del Rosario, a cui si rivolge in segno di gratitudine l’arciprete, a nome di tutta la comunità. Nove cori angelici invitano il credente ad alzare lo sguardo verso l’alto, accompagnati dagli angeli musicanti della cupola, in un’armonia di colori, di ori, di luci, in un incanto all’unisono agli occhi di chi osserva

Eventi di richiamo

Ai primi di maggio si tiene la Mostra Nazionale dei vini passiti e di meditazione che raccoglie i migliori vini passiti italiani ed alcuni stranieri. L’idea era partita dal fatto che nei documenti storici si faceva spesso riferimento alla vernaccia di Volta, che come scriveva il cronista Teofilo Folengo veniva portata alla Corte del Re di Francia e al Papa. Oggi diverse cantine producono il passito. 
A fine giugno si tiene il Convivium Voluptatis che nasce come rievocazione storica dei banchetti che Barbara di Brandeburgo organizzava qui durante le sue visite estive. Dura tre serate illuminate solo a lume di candela. Ci sono giocolieri e attori ad animare la festa. 
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