Pieve di Cavriana, un gioiello del Romanico

Un armonia con il tempo passato ma mai dimenticato

Pieve romanica di Cavriana

Dedicata alla Madonna Immacolata, Santa Maria della Pieve a Cavriana fu edificata nel XII secolo. Di impostazione romanico lombarda, svolse funzioni di parrocchiale fino a metà del secolo XV. Nel XVII secolo, con l'avvento dello stile barocco, fu notevolmente modificata. Nel 1953-55 furono demolite tutte le sovrastrutture apportate nei vari secoli per riportare l’edificio alla fisionomia originaria. Oltre ad alcuni frammenti di affreschi medioevali, all'interno, nell'abside centrale, è presente un bellissimo altorilievo del XIV secolo rappresentante la Madonna della Misericordia.

L'interno 

Entrando dall’ingresso in facciata, guardando a destra, si trovano i lacerti di affreschi più antichi, risalgono al secondo quarto del XIII secolo. In origine tutto l’interno della chiesa doveva essere ricoperto da affreschi andati persi nei secoli. Siamo certi che nel corso del Seicento tutto l’interno della chiesa fu nuovamente intonacato e riaffrescato. Restano ancora i segni delle picchettature per apporrre il nuovo intonaco. Questi affreschi in passato si pensava che raffigurassero a sinistra un’Annunciazione, ma questa ipotesi è stata smentia analizzando gli attributi e le varie fisionomie delle figure rappresentate. Si tratta invece di due Sante: una Santa incoronata di origine principesca sulla sinistra, e una Santa monaca sulla destra che porta una catena del rosario in mano. Negli studi si può restringere il campo considerando gli attributi e il rapporto che le lega: potrebbero essere Santa Lucia e Sant’Agata, oppure Santa Giustina. Il santo Diacono martire riconoscibile per la dalmatica rossa potrebbe essere Santo Stefano o San Lorenzo. Il libro che tiene in mano potrebbero essere o i Salmi oppure il Vangelo. 

Affreschi a sinistra dell'altare

Affreschi Sono databili al Trecento, la decorazione dovrebbe rappresentare un’Annunciazione alla presenza di San Giovanni Battista (riconoscibile per il vestiario che porta addosso con i peli di cammello). Al centro vediamo il resto di un’ala, quella dell’angelo annunciante Gabriele. Sulla destra la casa della Vergine Maria, le braccia conserte di Maria, e si intravede anche quello che potrebbe essere il corpo dell’angelo annunziante. Durante i restauri del 1990-91 hanno restaurato alcune parti e altre no, che sono infatti più sbiadite. Non sono stati trovati resti di affreschi sottostanti. Per l'occasione sono riapparse le sinopie. 

Affreschi abside di sinistra 

I lacerti di affreschi mostrano l’iconografia della Traditio Legis (la consegna della Legge): Pietro e Paolo, Gesù in centro. Manca purtroppo la parte centrale perché nel Settecento fu demolita la parte più interna per costruire una cantoria e un ripostiglio. E quindi quello che vediamo ora fu ricostruito sulla base delle fondamenta. Nella parte superiore vi è un altro lacerto di affresco non restaurato che rappresenta una figura in trono. Potrebbe essere San Biagio (di cui esisteva un oratorio ad esso dedicato dentro nel Castello di Cavriana, quindi è attestata la devozione per questo Santo) oppure Cristo in maestà. 

Scultura nell'abside centrale

Conserva una scultura in marmo trecentesca di cui non si conosce l’autore. Si tratta di una Vergine coronata che accoglie i propri fedeli sotto ad un amnetllo. Possiamo ipotizzare che sia stata fatta costruire dallo stesso committente del protiro trecentesco esterno. Nel protiro in facciata abbiamo un’epigrafe datata 1332: FECIT FEI BONAVENTURI (il committente). Analizzando il marmo si è visto che è lo stesso della Vergine, quindi probabilmente si presume il committente sia stato lo stesso. La statua un tempo era stata trasferita nella Parrocchiale, poi nel cimitero, e solo dagli anni ’50 è ritornata qui. In origine era dipinta (il manto era rosso esternamente e blu all’interno). Lo stile è romanico (si notino l'austerità e la frontalità), ma con influssi gotici (le pieghe, il risvolto delle vesti e il viso indicano un movimento tipico del gotico). 

Affreschi abside di destra 

Lacerto di affreschi: desis, la preghiera. In origine dovevano esserci la Madonna e San Giovanni Battista oranti verso Cristo al centro in favore della comunità. Fino agli anni ’50 del secolo scorso era visibile anche la Madonna, che durante i restauri è andata persa. Anche qui si vede il taglio dell’absidiola per costruire un muro. E qui abbiamo ancora San Giovanni Battista, che nei resturi degli anni ’90, forse da mani inesperte, hanno trasformato il cartiglio dove doveva esserci scritto vox clamantis in deserto, ma oggi si legge in oamantis, cioè è stata occlusa la c di clamantis, come pure sopra si legge jodes e invece era in origine johes (johannes, cioè Giovanni). Sempre qui è riconoscibile anche il lacerto di una testa di una Santa, con colori in sottotono perché inspiegabilmente non restaurata. 

Ingresso laterale 

In cima ad una lesena sulla sinistra dell’ingresso laterale c’è un coccio più grande rispetto agli altri, e allontanandosi si vede che c’era in origine un’epigrafe. Ora si leggono dei graffi: due emme una sotto l’altra. Si trattava di un’epigrafe e fino al secolo scorso si leggeva chiaramente MND MCX in numeri romani, scrittura pre-gotica attestata in questa zona. La prima parte era la dedica alla chiesa (Maria Nostra Domina, e MCX la data 1110). E molti studiosi del passato avevano attribuito questa data alla fondazione della chiesa. Solo che se si va a studiare nell’archivio di Stato di Mantova si scopre che era già esistente una pieve a Cavriana fin dal 1037, appena 83 anni prima dell’epigrafe. Si possono formulare delle ipotesi, e cioè che vi fosse una pieve precedente e quella di oggi è il rifacimento. 

Facciata

Nell’estremità superiore sinistra del protiro si legge un’epigrafe: "MCCC" e "XXX" e fino al secolo scorso si leggeva anche il 1332". Di fianco si legge Fei Bonaventuri ovvero il committente. Nel Settecento il protiro fu demolito per costruirne uno più grande, ma fu riutilizzato in loco, per costruire la cappella laterale, la cantoria. Negli anni ’50 del ‘900, quando hanno ristrutturato tutta la chiesa, sono andati a recuperare i materiali ed è stato ricostruito. Quindi si tratta di materiale originale ma riassemblato. 
Il rosone soprastante sicuramente non era presente nel Romanico. Molto probabilmente l’apertura era più ristretta (un oculo o una monofora). Nel Seicento le visite pastorali descrivono una mezza luna, e solo negli anni ’50 è stato aperto questo rosone circolare per dare maggiore luce all’interno della chiesa.  

Torre campanaria 

È caratteristica perché poggia per una parte ai muri perimetrali della chiesa e per un’altra parte con una colonna interna che la sostiene. In origine doveva essere molto più bassa, è stata sopraelevate e in parte ricostruita negli anni ’50 del Novecento dalla cella campanaria in su. Per esempio le colonnine con i capitelli sono stati ritrovati reimpiegati nel paese. Uno veniva utilizzato come sostegno per un vaso di fiori. Le torrette agli angoli sono invece state inserite ex novo. Vi abitò per un lungo periodo un eremita che si occupò del mantenimento del luogo. 
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