Giardino Segreto e Grotta
L’appartamento segreto di Palazzo Te fu voluto da Federico II e vi si accede attraverso un vestibolo a pianta ottagonale allungata, che mette in comunicazione la camera di Attilio Regolo con la loggia e il giardino. La sua volta a padiglioni decorata a finissime grottesche è animata nell’ottagono centrale da putti vendemmianti sotto a un pergolato d’uva. Nelle vele troviamo l’impresa del Monte Olimpo, il pavimento è realizzato con ciottoli di fiume, che nascondono delle bocchette di piombo dai quali usciva l’acqua per ottenere dei giochi d’acqua.
La porta situata di fronte all’ingresso del vestibolo conduce nella Camera di Attilio Regolo, un ambiente che deriva il proprio nome dalla decorazione realizzata sulla volta. Nelle vele troviamo il supplizio di Attilio Regolo, poi il Giudizio di Zaleuco, la clemenza di Alessandro Magno, e Orazio Coclite. A questi episodi corrispondono nei rettangoli le rappresentazioni delle virtù. Attilio Regolo è preceduto da una figura femminile che potrebbe riferirsi al concetto della custodia della parola data, Zaleuco dalla Giustizia, Alessandro dalla Carità, Orazio Coclite dalla Fortezza. Alla sommità delle pareti, racchiuse tra due mensole, figurano bassorilievi in stucco raffiguranti ancora virtù. Le decorazioni pittoriche delle pareti, del camino e del pavimento sono tardo settecenteschi.
La loggia
La loggia si apre sul giardino: è una costruzione inaspettata, si presenta come un ambiente molto raffinato grazie alle tre aperture architravate e la bella decorazione delle pareti e sulla volta a botte. La copertura è divisa in 9 riquadri e le lunette rappresentano affreschi con gli episodi di una storia, probabilmente dedicata al destino umano. Sulla parete lunga troviamo Sileo e la biga, Corteo Nunziale di Peleo e Teti, Bacco e Arianna. Il Monte Olimpo. Il Boschetto. Il pavimento, realizzato con ciottoli di fiume, è costellato da imprese gonzaghesche.
Una suggestiva loggetta decorata con stucchi e pitture si apre sulla loggia verso oriente. Il giardino fu decorato intorno al 1531, il fregio è ornato dall’alternarsi di erme e nicchie. Queste ultime, tranne quella dedicata alla tomba del cagnolino di Federico II, al centro del prospetto meridionale, sono a loro volta alternate: alternativamente affrescate o decorate a stucco con soggetti tratti dalle favole di Esopo. In origine sulle pareti il giardino presentava dei paesaggi in prospettiva. Oggi restano poche tracce di incisioni sull’intonaco, sul lato nord e su quello orientale.
La grotta
Introdotta da un portale di rocce naturali, la grotta venne realizzata per volontà di Vincenzo I Gonzaga a partire dai primi anni ’90 del Cinquecento e terminato agli inizi del Seicento all’epoca del figlio, il Duca Ferdinando. L’ambiente è costituito da due aule comunicanti, un tempo ricche di giochi d’acqua. La complessa decorazione è dominata da concrezioni rocciose che dovevano produrre la sensazione di trovarsi in un ambiente sotterraneo, corredate da conchiglie, pietre colorate, stucchi, madreperle e cristalli. L’aula più grande presenta nicchie con le imprese gonzaghesche delle C accostate nell’angolo nord-ovest, il crogiolo nell’angolo nord-est, il crescente lunare con il motto SIC nell’angolo sud-est e la Fenice nell’angolo sud-ovest.
Le porte sono sovrastate da affreschi raffiguranti cavalli marini, nell’aula minore invece si trova una volta a botte con tre ottagoni che raccontano episodi della storia di Alcina tratti dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La pesca di Alcina sulla parete ovest, Alcina che accoglie i cavalieri al centro e la Fuga di Alcina con Astolfo sulla parete est.
Le nicchie sottostanti riportano simboli riferiti ai quattro elementi: pianta fiorita (TERRA), cratere fiammeggiante (FUOCO), uccelli (l’ARIA), e il delfino (l’ACQUA). I simboli alludono al tema della trasformazione della materia attraverso la magia o il sapere alchemico.
I due riquadri dipinti che sovrastano le nicchie illustrano battaglie marine.
Va ricordato che entrambi i Duchi furono dediti all’arte
dell’alchimia, a quei tempi considerata sicuramente un’arte. Va altresì ricordato che nei sotterranei di Palazzo Ducale si trovavano dei laboratori alchemici. Quindi questa Grotta contiene certamente dei
messaggi ermetico-alchemici che potevano essere colti da coloro che se ne intendevano. A questi argomenti ho dedicato un percorso ad hoc chiamato
La Mantova Esoterica.