Piazza Sordello, nucleo più antico

E cuore della Civitas Vetus

Piazza Sordello

Attorno all’area di Piazza Sordello, primo nucleo insediativo di Mantova, si concentrarono a partire dal Medioevo i centri del potere politico, cioè i palazzi dei Bonacolsi e dei Gonzaga, e religioso, ossia la Cattedrale e il complesso vescovile. In realtà, in questa zona sopraelevata e quindi asciutta e protetta (è più alta di circa 9 metri rispetto al lago di Mezzo e di 5 rispetto al resto della città), i primi insediamenti sorsero probabilmente già al tempo degli Etruschi (V secolo a. C.).  Anche nell’Alto Medioevo la città continuò a occupare quest’area fintanto che alla fine del Duecento ebbe inizio la sistematica demolizione degli agglomerati edilizi altomedievali che occupavano la piazza, un’operazione terminata dai Gonzaga alla fine del Trecento che portò alla creazione della grande piazza (150 x 60 metri) intitolata a Sordello da Goito, il poeta e trovatore ricordato da Dante nei celebri versi del VI canto del Purgatorio. 

Oggi la piazza è dominata su un lato dal complesso del Palazzo Ducale, in particolare dalle sue costruzioni più antiche, fatte costruire dai Bonacolsi, primi Signori di Mantova: palazzo del Capitano e Magna Domus. Dietro a questa cortina architettonica la reggia gonzaghesca si sviluppò nel corso dei secoli, giungendo a occupare tre ettari e mezzo di superficie. 
Il lato stretto della piazza è invece occupato dalla mole della Cattedrale, intitolata a San Pietro. Il massiccio campanile romanico poggia sui resti di una più antica casa-torre. Tra il 1395-1401 il duomo fu oggetto di un intervento ordinato da Francesco I Gonzaga ai veneziani Per Paolo e Jacobello dalle Masegne che gli conferirono eleganti forme gotiche. Gli architetti veneziani realizzarono all’ora un elegante prospetto in marmi policromi, che venne sostituito nel Settecento dall’attuale. E il rivestimento in cotto del fianco destro della chiesa, ritmato da guglie, pinnacoli e stretti finestroni tardogotici, tuttora conservato. Nel 1755 la facciata gotica del duomo era così cadente e danneggiata da richiedere un intervento radicale. La gara d’appalto per il rifacimento fu vinta dal romano Nicolò Baschiera, che tra il 1756 e il 1761 costruì una nuova facciata classicheggiante, utilizzando marmo di Carrara. 
Dietro al Duomo si scorge la casa del Rigoletto; si tratta di un edificio di origine medievale che fu rimaneggiato nel Quattrocento, come testimonia la sua ariosa loggetta. Mentre gli edifici che sorgono sul lato occidentale della piazza, di fronte a palazzo Ducale,  sono invece le dimore delle grandi famiglie che nel Medioevo, prima dell’avvento dei Gonzaga, si contesero il dominio della città. 
Ai Bonacolsi, sconfitti dai Gonzaga nel 1328, sono legati i palazzi merlati che sorgono all’estremità sudoccidentale della piazza, vicino al voltone di San Pietro: su questo complesso, caratterizzato dalle tracce delle duecentesche finestre archiacute, svetta una torre quadrangolare, alta 55 metri, fatta erigere all’inizio del Trecento dai Bonacolsi, detta Torre della Gabbia, da quando, alla fine del XVI secolo, il Duca Guglielmo Gonzaga vi fece inserire, a circa metà altezza, un gabbione di ferro utilizzato come carcere-gogna per i malfattori
L’edificio attiguo è il palazzo Castiglioni, tradizionalmente ritenuto dei Bonacolsi, ma più probabilmente fatto costruire dai Gonzaga prima della loro ascesa al potere; esso passo nel corso dell’Ottocento ai conti Castiglioni, discendenti del celebre Baldassarre, autore del Cortegiano. Il palazzo ha una facciata in cotto, coronata da merli e alleggerita da trifore a tutto sesto di gusto gotico-veronese.
Segue palazzo degli Uberti, fatto costruire dalla famiglia ghibellina cacciata da Firenze, che presenta numerose tracce delle originarie strutture trecentesche; le monofore, il cornicione tardogotico e il loggiato al primo piano. 
Per uscire dalla piazza in direzione di Piazza Broletto si attraversa il voltone di San Pietro, una sorta di arco trionfale di gusto manierista costruito nel Cinquecento sul luogo in cui si trovava l’antica porta urbana meridionale. L’area che si estendeva a sud delle attuali via Accademia e via Cavour era in origine occupata da orti, su cui erano gradualmente sorti chiese e complessi conventuali. Con la morte di Matilde di Canossa (1115) e l’inizio del periodo comunale, Mantova conobbe una notevole espansione urbanistica: il centro del potere si spostò da piazza Sordello a quest’area, in cui sorsero le due piazze dell’Arengo (oggi Broletto) e delle Erbe. 
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