Astrologia a Mantova
Stupisce constatare lo straordinario sviluppo della cultura astrologica a Mantova. I Signori Gonzaga, sensibili alle seduzioni astrologiche, favorirono questa disciplina accogliendo studiosi provenienti da ogni parte d’Italia e anche d’Oltralpe. Mantova, dunque, a partire dal Duecento fu, per quasi quattro secoli, un crocevia internazionale che vide lo scambio intenso di idee, anche opposte, sulle dottrine astrali e sulle loro molteplici applicazioni, divinatorie, magiche, mediche e alchimistiche.
La straordinaria fioritura della scienza degli astri in questa città, il cui nome fu collegato non a caso alla mitica divinatrice Manto, ha lasciato segni indelebili; basti pensare a quel prodigio di meccanica che è l’orologio zodiacale di Piazza delle Erbe, e ancora di più, ai numerosi cicli di affreschi; di Giulio Romano nella Camera dei Venti di Palazzo Te, del Falconetto nella Sala dello Zodiaco in Palazzo d’Arco, di Lorenzo Costa nella Sala dello Zodiaco in Palazzo Ducale. Di quest’ultimo, proposto nell’immagine qui sopra, vorrei offrine ora un’analisi per svelare alcuni contenuti simbolici. Per far questo occorre tenere a mente che nella pittura occidentale le stelle fisse sono solitamente rappresentate attraverso figure animali, eroi e divinità tratte dalla mitologia e dalla letteratura classica.
Analisi del dipinto
Il firmamento dipinto sul soffitto della Sala dello Zodiaco ruota attorno al cocchio di Diana, trainato da una muta di cani. La dea, in stato di gravidanza, è la trasfigurazione di Eleonora d'Asburgo, madre del Duca di Mantova Vicenzo I.
Il segno della Vergine, con la spiga in mano, assume le sembianze di Astrea e di Cerere. Essa è l’emblema di Vincenzo Gonzaga, partorito il 21 settembre del 1562, quindi nato sotto questo segno zodiacale, quando avviene la raccolta delle spighe nei campi.
La chioma di Berenice compare separata dalla costellazione del leone come vuole l’iconografia moderna.
Il Cratere (coppa dei sacrifici e delle libagioni) allude all’immortalità del casato Gonzaga. La coppa rimanda infatti all’albero della vita, simbolo di nascita e rinascita, ma anche alla Coppa del Graal, visto che i Gonzaga conservavano a corte un calice contenente il sangue di Gesù, portato qui dal legionario romano San Longino. Attraverso esso i Signori di Mantova sarebbero passati alla storia per sempre, diventando eterni nel ricordo.
Il Corvo, uccello sacro ad Apollo, venne trasformato in costellazione dal dio.
Infine va rilevato che come da tradizione, lo Scorpione tiene tra le chele il segno della Bilancia.
Significato del Firmamento
Il Firmamento corrisponde alla porzione di cielo più distante dalla Terra messa in movimento da una causa eterna e immutabile (Dio Padre, motore immobile) esterna ad essa. Il termine firmamento deriva dalla terminologia aristotelica, secondo la quale l’universo sarebbe composto da un sistema di cerchi concentrici con al centro il nostro pianeta. Un anonimo arabo, interprete di Aristotele, individua nelle stelle fisse gli archetipi di tutte le cose, trovandosi “in esse tante immagini e figure quante ne esistono quaggiù”. Se gli astri contengono le caratteristiche generiche di ogni specie presente in natura, la personalità dei singoli individui dipende, invece, dal luogo che essi occupano nel cielo e dalla posizione che assumono rispetto ai pianeti al momento della nascita. All’interno di questo contesto di pensiero, l’influsso delle costellazioni sul destino degli uomini risulta determinato in base alle caratteristiche degli animali e delle personificazioni che animano la volta celeste. Andromeda, per esempio, è considerata una costellazione vendicativa, poiché durante la sua vita fu ingiustamente perseguitata dalla sorte. L’attuale composizione della volta celeste nasce in seguito a un complesso sincretismo filosofico-astronomico-religioso che coinvolse le aree greco-iraniche-babilonesi in seguito all’impresa di Alessandro Magno.
Secondo la dottrina scolastica in questa sfera ha sede l’origine spirituale del cosmo.