Castello di San Giorgio: visite guidate

Una sentinella alle porte di Mantova

Castello di San Giorgio

Qui sono racchiuse le due anime dei Gonzaga: quella militare e quella artistica, che il genio del Mantegna seppe esprimere in maniera eccezionale negli affreschi della Camera degli Sposi. Il Castello di San Giorgio di Mantova lo si vede entrando in città da est; è lì come una sentinella a vegliare sulla città ducale, con la sua reggia, i suoi giardini segreti e le sue piazze silenziose, a testimonianza del fasto e della potenza della famiglia Gonzaga, che fece di Mantova una specie di “Cremlino”del Gotico, del Rinascimento e del Manierismo italiano. 

Una sentinella alle porte di Mantova 

La costruzione della possente mole del castello ebbe inizio nel 1395 a opera di Bartolino da Novara, ingegnere degli Estensi, il quale aveva progettato quello ancora più imponente di Ferrara. Voluto da Francesco I, il Castello sorse in città, fenomeno alquanto nuovo, almeno nell’area padana, determinato dalle esigenze delle nuove signorie che si andavano via via affermando e che avevano la necessità di creare una valida struttura difensiva e contemporaneamente il desiderio di manifestare la propria potenza. Fino ad allora, infatti, i castelli erano stati per lo più costruiti al di fuori delle città, ed erano stati considerati nella mente dell’uomo medievale realtà diverse, estranee fra loro e in un certo senso anche opposte.
Bartolino decise che il Castello dovesse sorgere proprio all’entrata di Mantova per permettere ai Gonzaga di garantire la protezione del ponte, servire come posto di avvistamento sull’intero bacino lacustre, diventare un rifugio sicuro per la corte in caso di sommosse interne ed essere soprattutto un monito e un emblema per la città e per chiunque. 
Per garantire tutto questo il Castello fu progettato a pianta quadrata, con quattro torri angolari e controtorri che difendono le tre porte d’ingresso munite di ponte levatoio sul fossato che lo circonda e con uno dei più avanzati sistemi di difesa. Questa formidabile costruzione assolse ampiamente la funzione di fortilizio per cui era stata eretta e solo quando le armi e i mezzi difensivi cambiarono sostanzialmente subì l’affronto dei soldati imperiali, che espugnarono il Castello devastando e distruggendo i ricchi arredi delle stanze. 

Trasformazioni

Il Castello non rimase a lungo utilizzato solo per le funzioni militari e difensive ma diventò ben presto parte integrante del più ampio Palazzo dei Gonzaga, conservando il suo aspetto esterno che rimase così come lo aveva pensato Bartolino da Novara: libero su tutti i lati. Le prime grandi trasformazioni cominciarono in occasione del Concilio indetto a Mantova nella metà del Quattrocento, che vide giungere in città il papa Pio II assieme a una gran folla di prelati, teologi e ambasciatori che furono alloggiati in Corte Vecchia, la parte più antica del Palazzo Ducale dove ancora risiedevano la famiglia e la corte, e nel Castello, ricavando con tramezzi e soppalchi nuove camere per gli ospiti. 
Pochi anni dopo il marchese Ludovico II decise di trasferire la sua residenza, gli ambienti di rappresentanza e gli uffici di cancelleria nel Castello, che nel frattempo il giovane architetto fiorentino Luca Fancelli aveva provveduto a trasformare secondo il nuovo spirito rinascimentale. Si apriva così per il Castello una nuova era. 

La nuova difesa piombante

Il Castello di San Giorgio è sicuramente una delle più belle opere militari del XIV secolo. La particolare caratteristica dell’edificio è l’impiego, lungo l’intero perimetro, di beccatelli (mensole) e caditoie (aperture). Questo tipo di soluzione permetteva di esercitare la cosiddetta “difesa piombante” che risultava particolarmente efficace bel colpire gli assedianti che si accingevano a scalare le mura, scaraventando addosso liquidi bollenti o quant’altro senza però doversi sporgere. Quindi, oltre che col tradizionale tiro dalle torri e dai camminamenti, con questo espediente si poteva colpire il nemico mentre provava ad attraversare il fossato oppure mentre tentava la scalata delle mura. 
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