Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe viene chiamata così perché sede, fin dal medioevo, del mercato della frutta e della verdura. Il mattone rosso è una costante a Mantova, lo si trova ovunque, pure qui, sulla facciata posteriore del palazzo del Podestà, sul prospetto del palazzo della Ragione, l’intera Rotonda di San Lorenzo è in cotto così come i merletti, ricami e bordure della casa del Mercante.
Il lato orientale è dominato dalla facciata merlata del palazzo della Ragione, sorto nel 1250 e utilizzato per l’amministrazione della giustizia anche in epoca gonzaghesca. L’elegante portico su colonne che percorre il pianterreno è un’aggiunta quattrocentesca; al di sopra si aprono ampie trifore che danno luce al salone interno, dove sono sopravvissuti preziosi frammenti di affreschi del Duecento.
Alla destra del palazzo si leva la quadrangolare torre dell’Orologio, eretta nel 1472-1473 su progetto di Luca Fancelli. L’orologio fu realizzato nel 1493 da Bartolomeo Manfredi, astronomo, matematico e astrologo alla corte dei Gonzaga; grazie a un meccanismo tecnologicamente raffinatissimo, le sue lancette segnavano sul quadrante non solo le ore, indicate da numeri romani, ma anche i segni zodiacali, le posizioni degli astri e l’influsso dei pianeti. Nel 1612 fu realizzato il coronamento a timpano della torre e nel 1639 fu ricavata la nicchia ovale in cui trova posto una statua della Madonna Immacolata.
A destra della torre dell’orologio è visibile uno degli edifici più antichi di Mantova, la rotonda di San Lorenzo, testimonianza della stagione in cui Mantova, prima della gloriosa età comunale di cui queste piazze serbano tante memorie, fu soggetta alla signoria di Matilde di Canossa. Si trova a circa un metro e mezzo al di sotto dell’attuale piano di calpestio ed è datata 1082. La costruzione ha un’originale pianta circolare, probabilmente ispirata a quella della chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme voluta dall’Imperatore Costantino, che rappresentò un importante modello per tutto il Medioevo. Nel 1597, la chiesa fu chiusa al culto su ordine del duca Guglielmo Gonzaga e venne in gran parte inglobata nelle case del contiguo ghetto ebraico. A partire dal 1908 fu restaurata sia all’esterno sia all’interno. Questo è caratterizzato da un deambulatorio anulare al piano inferiore e da un matroneo al quale si accede attraverso due scalette ricavate nello spessore del muro perimetrale. Conserva alcuni frammenti dell’originaria decorazione ad affresco (XI-XII secolo), tra cui il bizantineggiante Cristo giudice della volta e le raffinate figure di Angeli dipinte alla sinistra dell’altare.
Sul lato stretto della piazza, muovendovi verso la basilica di Sant’Andrea, spicca la casa del mercante Boniforte da Concorrezzo del 1455 e sorretta da un singolare portico architravato. La sua elegante facciata presenta decorazioni tardogotiche che fondono insieme motivi lombardi, veneziani e orientali, ed è sovrastata dalla trecentesca torre del Salaro, anticamente adibita a magazzino per il sale.