Palazzina del Falconetto

Palazzo D'Arco

Sala dello Zodiaco - Falconetto


Mantova fu una città attenta agli studi astronomici e astrologici insieme, e nella Sala del Falconetto ci troviamo di fronte a un dipinto la cui fonte letteraria si trova in un romanzo bizantino del XII secolo: Isminia di Eustathios Makrembolites. Mantova conosce diversi cicli legati all’astrologia: la Torre dell'Orologio di Piazza Erbe, la Sala dello Zodiaco di Palazzo Ducale, la Sala dei Venti in Palazzo Te con i destini degli uomini condensati nella frase sopra la porta tratta dalla settima satira di Giovenale: DISTAT ENIM QUEAE SYDERA TE EXCIPIANT, tutto dipende dalle stelle che ti ricevono, vale a dire da quando nasci.


Palazzina del Falconetto 
L’edificio dove si trova la Sala dipinta dal Falconetto è adiacente alla stazione ferroviaria, che nella seconda guerra mondiale fu bombardata. Gli spostamenti d’aria delle bombe cadute nei pressi lesionarono gli architravi, sistemati negli anni ‘70 con un'operazione di sutura, infilando cioé all'interno delle barre di ferro incrociate, in modo di rendere la piattabanda solidale come un elemento strutturale unico.  

Moda del tempo e odierne reinterpretazioni 
L'astrologia divenne nel Rinascimento una moda attraverso la quale si cercavano di dedurre le tendenze che vi sono negli uomini in base ai diversi segni zodiacali. Ad esempio apprendiamo dal Prof. Signorini - che ha parlato della fortuna che ebbe l'astrologia in territorio mantovano - che a quel tempo si riteneva che sotto Mercurio nascessero gli artisti, i matematici, gli studiosi, i mercanti e gente pratica (ndr.: l'astrologia moderna, invece, ritiene che Mercurio sia il dio del commercio e della comunicazione, e non delle arti, sorrette invece da Apollo, che sovrintende le arti, la musica e anche la salute. La matematica sarebbe più da mettere in relazione con Saturno. Mercurio governa l'intelligenza, che sicuramente ai commercianti non mancava, dovendo fare i conti matematici). Oppure, continua il Professore, che quelli che si danno alla musica e al canto sono i figli di Venere (ndr.: in realtà oggi sappiamo che la musica è legata a Nettuno, un pianeta ancora sconosciuto all'astrologia del tempo; la musica veniva abbinata ad Apollo poiché tiene in mano una lira, strumento musicale. Mentre la dea Venere oggi è abbinata all'idea di bellezza ed armonia e non alla musica). Quelli che si danno alla lotta sono i figli del Sole, sempre citando il Professore, e quelli all’arte militare, i figli di Marte. 

Raffigurazioni dei segni 
Sulle pareti di questa sala vi sono state rappresentate le attività dei mesi senza significati criptici particolari, ma con un arricchimento della raffigurazione dei lavori e delle attività di carattere mitologico. Per ogni segno è abbinata l’attività del mese. 
La fonte letteraria che ha ispirato queste immagini fu un certo Eustathios Makrembolites che ha scritto Gli Amori di Ismene e Isminia. 

ARIETE
Nel fregio: il Ratto d’Europa
Medaglioni: Giulio Cesare e Augusto 
Chiave di volta: protome di Medusa affiancata da due uccelli 
Sulle nubi: Ariete
Capitello di destra: Giove colloca l’ariete in cielo
Architettura: l’Arena di Verona
Attività del mese: la vita militare 

Descrizione: 
Qui si rappresenta come attività del mese di marzo l’attività marziale attraverso la raffigurazione di un militare. Lo sfondo è l’Arena di Verona. Poi c’è un mito legato all’ariete; si vedono dei soldati sullo sfondo che trovano una pozza d’acqua grazie ad un ariete nel deserto. La scena militare in primo piano riproduce Muzio Scevola. 
In alto ai lati si riconoscono dei tondi punteggiati di globuli dorati; erano caduti in gran parte con le bombe, son stati raccolti e applicati di nuovo. Essi rappresentano i Cesari da Giulio Cesare fino a Geta. 
Nella parte superiore le scene tratte da Ovidio sono Pam con i putti, il Ratto d’Europa, e il mito di Meleagro. La donna con il bastone è sua madre, Altea, che finirà per bruciare quel bastone che corrispondeva alla vita del bambino e Meleagro morirà. 
Si riconoscono anche le tre Parche: Cloto, Lachesi e Àtropo. Cloto che raccoglie la vita, Lachesi che la fila, e Àtropo alla fine che taglia. Tutta questa serie di immagini rappresentano Meleagro e la sua morte alla fine nella scena ultima. 
Latona in mezzo ai figli Diana e Apollo. Latona aveva una deficienza rispetto alla divinità Niope, che si era vantata di avere 7 figli maschi e 7 femmine. Latona, risentita, manda il figlio Apollo a saettare i figli di Niope uccidendoli. 
Il cacciatore Atteone arriva per caso in una foresta dove c’erano Diana e le sue compagne nude al bagno. Inaspettatamente commette un grave reato. La Dea lo spruzza con la sua acqua e lo trasforma in cervo. Il cervo non riconosce Atteone e quindi lo aggredisce sbranandolo. 
Poi si riconosce l’offerta di un cinghialetto ad una divinità marina, e poiché la divinità è seduta sopra a un delfino, essa verisimilmente è Venere / Afrodite. 
Cerere, dea delle messi, tiene in grembo dei semi di frumento. Cerere sul carro va alla ricerca di Proserpina, la figlia, rapita da Plutone. 
Il trionfo di Bacco e Arianna
Apollo, Marsia e il piccolo Olimpo 
Il tutto costituisce una serie di rappresentazioni mitologiche che esprime una sorta di febbre antiquaria. 

TORO
Nel fregio: il Toro e l’ariete per il sacrificio di Éneo 
Medaglioni: Tiberio e Caligola
Chiave di volta: protome taurina 
Sulle nubi: Toro 
Capitello di sinistra: Giove colloca il toro in cielo 
Architetture: Porta Augustea di Fano; Basilica di Massenzio o di Costantino a Roma, edificio esabsidale ch’era presso le catacombe dei Pretestati
L’attività del mese: la pastorizia 

Descrizione: 
Si riconoscono l’Arco di Augusto a Fano e la Basilica di Massenzio sul fondo. 
A destra un edificio esabsidale che si trovava vicino alle catacombe dei Pretestati. 
Sul mare il Ratto d’Europa. 
In primo piano la pastorizia, un’attività legata al Toro. Le caprette si stanno abbeverando al fallo di Priapo. 
Il piccolo Giove si allatta alla capra Maltea. 

GEMELLI
Nel fregio: Éneo, assieme al figlio Meleagro e alla moglie Altea, compie un sacrificio agli dèi dimenticandosi di Diana
Medaglioni: Claudio e Nerone
Chiave di volta: maschera teatrale virile
Sulle nubi: Gemelli 
Capitello di sinistra: Giove colloca i Dioscuri in cielo 
Architettura: chiesa di San Vitale a Ravenna (sezione) 
L’attività del mese: la navigazione 

Descrizione 
Corrisponde alla navigazione, ed ecco sullo sfondo una celebre navigazione: Argo e gli Argonauti. Essi si fermano a ringraziare Nettuno all’altezza dell’ismo di Corinto per la buona navigazione concessa. L’edificio è una sezione di San Vitale a Ravenna. Ne risulta un misto di antichità, purché fosse antico, andava sempre bene. 
A sinistra il mito di leda con il cigno e quelli vestiti di rosso i Dioscuri. Castore e Polluce. Un anziano porge un carciofo a uno dei due giovani, non se ne conosce la ragione, ma si può supporre che indichi il passaggio dalla stagione primaverile a quella secca, estiva. Le rose in mano al giovane sottolineerebbero la metafora. 

CANCRO
Nel fregio: Meleagro uccide il cinghiale calidonio 
Medaglioni: Galba e Ottone 
21 giugno ca.: solstizio d’estate 
Chiave di volta: protome di Medusa affiancata da due uccelli. 
Sulle nubi: Cancro 
Capitello di destra: Giunone colloca il granchio in cielo 
Architetture: il Colosseo, metà della Porta Aurea di Ravenna
Attività del mese: la falciatura dell’erba. 
Architetture: il Colosseo, metà della porta Aurea di Ravenna sopra a Giunone. Il tutto non è legato al segno, l’importante è che fosse antico. 
Non si conosce l’identità del personaggio vestito di nero, forse il committente, ma non sappiamo chi fosse il proprietario della casa. sicuramente il ciclo fu realizzato dopo il 1509. 

LEONE
Nel fregio: Altea pone a bruciare sull’ara il tizzone della vita del figlio Meleagro.
Medaglioni: Vitellio e Vespasiano
Chiave di volta: protome di Giove Ammone
Sulle nubi: leone
Capitello di destra: Giove colloca il leone di Nemea in cielo
Architettura: Arco di Giano
Attività del mese: la mietitura (la raccolta delle messi) 
La bella figura della Diana di Efeso, simbolo di fertilità e fecondità con le sue numerose mammelle. Il volto oscuro è metafora dei misteri che ancora cela la natura. 

VERGINE
Nel fregio: morte di Meleagro
Medaglioni: Tito e Domiziano 
Chiave di volta: aquila 
Sulle nubi: Vergine
Capitello di destra: Giove colloca Dike in cielo 
Architettura: il Mausoleo di Teodorico a Ravenna 
L’attività del mese: la trebbiatura (un rullo trainato da un cavallo viene fatto passare sopra le messi)
Qui viene raffigurato un incendio mai avvenuto sotto il mausoleo di Teodorico di Ravenna. In realtà si vuole rimandare all’incendio appiccato a una delle sette meraviglie del mondo, il Tempio della Diana Efesina da parte di Erostrato, bramoso di notorietà. Da questa azione deriva il motto: SIVE BONUM, SIVE MALUM, FAMA EST. Si può diventare famosi compiendo sia il bene che il male. 

BILANCIA
Nel fregio: Apollo saetta i figli di Niobe
Medaglioni: Adriano e Antonino Pio 
22-23 settembre: equinozio di autunno
Verosimilmente il dipinto è quello posto sopra alla cappa e rappresenta l’attività della vendemmia. 

SCORPIONE
Nel fregio: offerta di un cinghialetto a venere, seduta su un delfino 
Medaglioni: Marco Aurelio e Lucio Vero
Chiave di volta: aquila 
Sulle nubi: Scorpione
Capitello di sinistra: Diana colloca lo scorpione in cielo 
Architettura: la chiesa ravennate di San Vitale 
L’attività del mese: la caccia agli uccelli 
Si vede un personaggio con il falcone sul pugno. L’edificio non è antichissimo. 

SAGITTARIO 
Nel fregio: Cerere in cerca della figlia Proserpina rapita da Plutone
Medaglioni: Didio Giuliano e Commodo 
Chiave di volta: protome di Giove Ammone 
Sulle nuvi: Sagittario 
Capitello di sinistra: Giove colloca Croto in cielo 
Architettura: la Torre degli Schiavi a Roma 
L’attività del mese: l’aratura

Sotto lo zoccolo: Ippocrene scaturita dal colpo di zoccolo di Pegaso, 7 delle 9 muse e in primo piano il centauro Croto, che fu allevato dalle Muse e collocato in cielo. 

CAPRICORNO
Nel fregio: Plutone rapisce Proserpina 
Medaglioni: Pertinace e Avidio Cassio 
Chiave di volta: protome di Medusa affiancata da due uccelli 
Sulle nubi: Capricorno 
Capitello di sinistra: Giove colloca Capricorno in cielo 
Architetture: Mausoleo di Adriano o Castel Sant’Angelo 
L’attività del mese: la semina 
Sul lato sinistro una pagina di storia: il De Bello Gothico di Procopio da Cesarea marittima racconta dell’assedio dei Goti dato a Roma e i romani si salvarono in Castel Sant’Angelo facendo cadere sugli assalitori dei monumenti. In primo piano Belisario e Costantino trace, a capo dell’esercito romano. E poi la aguglia Caesaris e la Meta Romuli. 

ACQUARIO 
Nel fregio: il trionfo di Bacco e Arianna
Medaglioni: Settimio Severo e Pescennio Nigro
Chiave di volta: maschera comica 
Sulle nubi: Acquario 
Capitello di sinistra: Ganimede sale al cielo sull’aquila di Giove 
Architettura: Porta dei Leoni a Verona 
L’attività del mese: la caccia 
Qui si riconosce la caccia all’orso. Il personaggio coi de cani è presente anche in una incisione di Luca di Leida, La Conversione, e che ci permette di datare le raffigurazioni a dopo il 1509 come termine post quem. 
Mito legato al segno: Ganimede portato in cielo dall’aquila di Giove del quale diventerà il coppiere 

PESCI
Nel fregio: Marsia, legato all’albero, Olimpo e Apollo
Medaglioni: Caracalla e Geta 
Chiave di volta: protome taurina 
Sulle nubi: Pesci 
Capitello di sinistra: Giove colloca i pesci in cielo tra le costellazioni 
Architettura: manca 
L’attività del mese: scaldarsi al fuoco 
Mito: Venere e Amore che si gettano nell’Eufrate per sfuggire a Tifone e vengono salvati, dopo essere stati trasformati in Pesci, da due pescatori siriaci. 

Decorazione
Le panoplie nelle paraste devono dare un senso di antichità, di antiquario, la sala è un antiquarium, i soggetti son tutti ispirati all’antico, essendo questo un mondo di persone eccellenti, il mito del tempo antico dura tutt’ora. Noi studiamo i grandi dell’antichità perché sono intesi come eroi, personaggi geniali, o personaggi di statura morale superiore. L’antichità esercita continuamente un magnetismo in tutti, ha un fascino che non ci lascia mai, e giustamente. 

Conclusioni
Mantova è stata privilegiata da queste raffigurazioni, forse grazie al fatto che secondo la mitologia la città sarebbe stata fondata da Manto, un’indovina, quindi un’astrologa. Chissà? Fatto sta che questa ricchezza è impareggiabile; Mantova ha dei primati, e uno di questi è questa serie di raffigurazioni astrologiche. La sala dello Zodiaco del Falconetto è un vertice dell’arte mantovana. 
Per capire lo sviluppo dell’arte mantovana, dell’uomo rinato che ha riscoperto sé stesso in termini divini, occorre percorrere quest’immagine, senza questo trait d’union non si capirebbero l’arte del Mantegna, che termina nel 1506, e l’arrivo a Mantova di Giulio Romano. 
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